Elisa Palmieri – Figli e bambini
I bambini africani non hanno niente, eppure sorridono.
I bambini africani non hanno niente, eppure sorridono.
L’umile nasconde le sue qualità, ma le opere che compie nella sua riservatezza svelano tutta la sua bellezza interiore.
Ti sosterrò, sempre e comunque: quando barcollante muoverai i tuoi primi passi, quando incuriosito e un po’ impaurito inizierai l’asilo, quando ti sentirai grande per l’inizio della scuola, quando piangerai ci sarò per consolarti, quando riderai ci sarò per farlo con te, quando avrai paura ci saranno le mie braccia a fermare i tremiti, quando sbaglierai ci saranno le mie parole a rimproverarti e a spronarti, quando crescerai io ci sarò sempre e comunque perché una mamma, una vera mamma sostiene sempre i suoi figli.
Quando ero triste, mia madre mi diceva di chiudere gli occhi e di pensare a una cosa bella. Ora ho gli occhi chiusi e penso a lei.
Il tesoro più grande che una madre possa avere è l’amore dei suoi figli.
L’allegria e la tenerezza che brillavano negli occhi di Sereza si spensero sotto lo sguardo del padre, e il bambino chinò il capo. Il padre prendeva con lui sempre quello steso tono che Sereza ben conosceva e che aveva anche imparato a imitare: gli parlava – così sembrava a Sereza – come se si fosse rivolto a uno di quei ragazzi immaginari che si trovano nei libri e che non somigliano ai veri ragazzi. E Sereza si sforzava, quand’era col padre, di parere uno di quei ragazzi dei libri.
Nella semplicità degli occhi di un bambino si può vedere la tristezza del mondo grigio degli adulti.