Emanuela Bassoli – Vita
Le persone stupide sono fastidiose come le coperte corte quando hai freddo ai piedi.
Le persone stupide sono fastidiose come le coperte corte quando hai freddo ai piedi.
Un abbraccio per scaldarci il cuore. Un bacio per provare il nostro amore. Una vita per dimostrarlo.
La vita è come una cipolla: si sfoglia piangendo.
“Sento la vita”; la sento, è dentro me: ecco, intravedo qualcosa, è lei? No… forse era solo un’illusione, un riflesso, nell’aria però il profumo dei fiori e del mare, il suono di un pianoforte lontano fuori mi porta a credere che devo vivere, devo farlo, con onore, sino alla fine, comunque andrà.
Ognuno che mantiene la capacità di riconoscere il bello resterà giovane anche nella vecchiaia.
Volersi bene è un ottimo presupposto per potersi proporre al meglio.
Le persone cambiano, ma quando il cambiamento è in positivo per se stessi e per gli altri è meglio dire che le persone divengono ciò che già sono, intendendo con ciò quello che è insito nel loro potenziale umano. Noi conosciamo noi stessi tramite le esperienze esterne e le sensazioni interne che queste ci producono. Una sorta di scambio tra la coscienza che prende atto di quello che sta accadendo e regola l’atteggiamento in base a quanto abbiamo imparato in precedenza, ai desideri e alle credenze, è l’inconscio che possiede una sorta di mappa interiore della propria “morale d’azione interiore”, vale a dire come lei agirebbe a prescindere dalla presa d’atto di coscienza. È questa a provocare le emozioni positive o negative, premendo sulla “membrana” che la separa dalla coscienza affinché si adegui alla morale interiore.Così quando la coscienza ci porta ad agire secondo la morale d’azione inconscia, ci sentiamo bene, appagati, felici, propositivi e in grado di proseguire verso la direzione del nostro vero essere, del divenire. In caso contrario diventiamo frustrati e ansiosi, incapaci e anzi indifferenti alla necessità di comprendere gli altri. L’ego prende il sopravvento, la parte desiderativa devasta i sogni dell’intuito, così ci allontaniamo dal nostro essere, invece di sfociare al mare della conoscenza interiore, risaliamo la corrente fino a perdere le forze e la volontà d’affrontare le occasioni della vita. L’equilibrio è questo, non è non compiere errori, non è l’essere perfetti, ma la presa di coscienza che le nostre emozioni non sono solo il riflesso di quanto accade all’esterno, ma la necessità del nostro intuito ad agire per il meglio secondo la propria morale.