La lontananza non si misura in anni luce, in chilometri, in ore di macchina: è in crampi allo stomaco, in fitte al cuore, libri aperti e non letti, sigarette venefiche divorate. La lontananza è saliva amara, notturna insonnia, difficoltà di respiro, tremore per timore di massacro di aspettative, ansia di congiungimento che incalza e travolge. È tanto anche se chi è lontano, tramutatosi poi in fredda identità in sonnolenza di slanci, fosse davanti a noi a guardarci con occhi che non sprigionano luci. La lontananza è costante corto circuito di presenza, che se non rimosso può solo uccidere: se ti parla, è silenzio che silenzia!