Emilio Fornasa – Religione
Chissà se a Dio dispiacciono di più le bestemmie di tanti poveri cristi o le opere di tanti signori.
Chissà se a Dio dispiacciono di più le bestemmie di tanti poveri cristi o le opere di tanti signori.
Io credo nel Dio di Spinoza che si rivela nella ordinaria armonia di ciò che esiste, non in un Dio che si preoccupa del fato e delle azioni degli essere umani.
Ci vuole veramente molta fede per mantenere la fede.
La mitezza è la forza più travolgente della storia, che non paga mai il male con il male, ma vince con il bene.
Si è tristi quando siamo lasciati da chi, per circostanze a noi nascoste, intraprende la dimensione ultra terrena. Lo sconforto e la solitudine per molti poi diventa un macigno.Credo che questa dimensione terrena ci leghi talmente tanto all’illusione materialistica, che perdiamo la consapevolezza della nostra origine, che è divina. Oltre la morte sicuramente c’è la vita.
Talvolta scrivo una lettera greca, un theta o un omega, e girando appena un pochino la penna vedo la lettera che guizza; è un pesce, mi ricorda in un attimo tutti i ruscelli e i fiumi del mondo, tutto ciò che esiste di fresco e di umido, l’oceano di Omero e l’acqua su cui camminava Pietro; oppure la lettera diventa un uccello, mette la coda, rizza le penne, si gonfia, ride, vola via… Ebbene, Narciso, tu non dai molta importanza a lettere di questo genere, vero? Ma io ti dico: con esse Dio scrisse il mondo.
Se le illusioni della vita dovessero portarci allo stremo, unica speranza il ramoscello della fede.