Emily Dickinson – Libri
Non esiste un vascello veloce come un libro, per portarci in terre lontane, né corsieri come una pagina di poesia che si impenna.
Non esiste un vascello veloce come un libro, per portarci in terre lontane, né corsieri come una pagina di poesia che si impenna.
Se per caso qualche stupido direttore editoriale dovesse trovare qualcosa da ridire su qualche mia frase, sappia che in più ci sarà anche questa.
Due persone possono andare d’accordissimo, parlare di tutto ed essere vicine. Ma le loro anime sono come fiori, ciascuno ha la sua radice in un determinato posto e nessuno può avvicinarsi troppo all’altro senza abbandonare la sua radice, cosa peraltro impossibile. I fiori effondano il loro profumo e spargono il loro seme perché vorrebbero avvicinarsi, ma il fiore non può fare niente perché il seme giunga nel posto giusto; tocca al vento che va e viene come vuole.
Se davanti a Dio desiderare la morte è peccato, odiare la vita non è forse altrettanto grave?
Il solo motivo per cui chiediamo ad altre persone com’è andato il loro fine settimana è perché così gli possiamo raccontare il nostro.
Ma se smetto, a cosa penserò? Al mio vuoto? È perché si è vuoti che ci si lascia invadere? È il vuoto in cui si galleggia che ci annega? Siamo vuoti, tutti vuoti… o sono io, io sola, a non possedere nulla? Io sola a provare la sottile, inestirpabile, vorace sensazione che la vita non sia mai quella che vivo, ma sempre un’altra? È strano, ma non ho mai avuto la forza di illudermi di essere qualcosa… La mia forza è un’altra, ambigua, intrisa di orgoglio e di vergogna. Si nutre di coraggio, si affama di paura. Conta sul cuore, per me è questo l’organo dell’intelligenza. Col cuore penso. Che esiste il mondo, me lo assicura il mio cuore animale, vivo, pulsante.
Il paese delle lacrime è così misterioso.