Pagina iniziale » Erika Mancini – Società

Erika Mancini – Società

Mi guardo attorno e vedo vite che guardano altre vite, senza sapere vivere, anime che si rassegnano a sopravvivere, manichini in balia della società, poche teste che ragionano, pochi volti senza maschera, troppa staticità sulle cose, troppa assuefazione. Vorrei resettare tutto e ripartire, solo da un punto fermo: l’amore.

Similar Posts

  • Antonino Gatto – Società

    Molto spesso mi sento fortunato,per essere nato in un paesedove la pace ha sempre regnato,per merito di chi ne ha pagato le spese.Molto spesso mi sento fortunato,perché vivo in questo momento,in un paese dove da semprela libertà ha il sopravvento.Molto spesso mi sento fortunato,perché posso urlare di essere un italianoe la mia gioia è ancor più grandeperché lo posso dire col cuore in mano.Ecco perché non trovo giustoche gli abitanti di questa terra,pestino il sangue dei loro avisenza essergli riconoscenti per la loro guerra.Non trovo giusto che sia decisoche oggi un bimbo quando viene alla vita,debba pagare il conto di un uomoche lo ha battuto prima della sua partita.Non trovo giusto che un anziano,che ha accantonato per la pensione,debba vivere sulle spalle del nipoteperché i suoi fondi sono serviti per la corruzione.Non trovo giusto che chi ha rubatosenza rimorsi sia scagionato,e mentre invece chi ha sempre pagatoper un intera vita sia martoriato!Ecco perché questo mio appelloche parte dal basso e sottovoce,vuole giustizia nel mondo interoper chi nasce ora e non ha ancora voce.Se tutti i denari che sono stati frodatipotessero ritornare al proprio posto,oggi mio figlio appena natocrescerebbe in un paese senza pagarne il costo!

  • Erika Mancini – Vita

    Non mi piacciono le mode, le convenzioni, le facciate, non mi interessa la superficie; ho bisogno di ciò che c’è di vero, le emozioni, i sentimenti, gli occhi e le mani delle persone. Adoro indossare in ogni istante una veste di veli trasparenti che lasci intravedere il bello, la forza e la determinazione, ma anche le paure e le debolezze, come una scultrice che plasma in ogni istante l’opera della propria vita.