Erika Moon – Acqua
Come Adamsberg vorrei giocare con un ramo nella Senna e aspettare la mia Camille. Lei c’è e sente quello che sento io.
Come Adamsberg vorrei giocare con un ramo nella Senna e aspettare la mia Camille. Lei c’è e sente quello che sento io.
Interpretarsi è un modo meraviglioso per capirsi.
Il mare gioca con gli scogli e li accarezza dolcemente oppure si abbatte su di loro con forza e li plasma a suo volere.
È uno strano destino, il serpente si avvelena con il mio spirito.
Sei proprio come questo mare: immenso ed arcano, che sempre lo senti dire un suo misterioso profondo, che capisci, ma non sai ridirtelo a te stesso con parole comprensibili e determinate; questo mare che ora è calmo ed a stento lo odi ora ansare sulla riva e sembra che sogni, e dopo poche ore è tutto tribulato ed ansimante e appassionato, e non sai il perchè… ma calmo o agitato, silenzioso o irato, il mare ha ogni giorno ed ogni istante un minimo comun denominatore, un significato base unico ed inesorabile, che è la sua grandezza: il senso travolgente di una immane aspirazione all’infinito, al mistero infinito.
Di te amo quello che pensi quando non parli.
Quando le mani si stringono le une nelle altre, quando le guance si sfiorano, quando i corpi fremono e quando si ama non si può avere paura. Il coraggio mancato spacca l’armonia del nostro mondo.