Ezra Pound (Ezra Weston Loomis Pound) – Guerra & Pace
Il vero guaio della guerra moderna è che non da a nessuno l’opportunità di uccidere la gente giusta.
Il vero guaio della guerra moderna è che non da a nessuno l’opportunità di uccidere la gente giusta.
Per il futuro non so quale sarà quel prezioso bene economico che gli uomini si contenderanno per accaparrarselo, ma una cosa è certa: quando nel mondo rimarrà l’ultima pozzanghera d’acqua, arriverà un uomo con una clava intelligente e dirà che quella pozzanghera è sua.
Il fine politico in quanto motivo determinante della guerra, sarà la misura, tanto per la meta da raggiungere mediante l’attività bellica, quanto per gli sforzi necessari.
In guerra, le considerazioni morali contano per i tre quarti, il rapporto delle forze reali solo per l’altro quarto.
Tutti chiedono la Pace, nessuno ferma la Guerra.
E un campo di battaglia desse grano per quella morte con la falce in mano… e al ventre di una donna il suo bambino… e breve o lungo ad ognuno il suo destino… vorrei dire buon Natale finché c’è chi ascoòterà… finché si farà l’amore… finché un uomo pregherà.
Adesso ci sono i soldi della guerra. Quella che promette aiuti. È diventata buona la guerra, umana, generosa, compassionevole, umanitaria? No, ma deve farlo credere. È fondamentale creare consenso alla guerra, far vedere che belle cose produce. Ci avevano già provato in Kosovo. L’idea della ‘guerra umanitarià si è formata sostanzialmente in quell’occasione: quando si decide di bombardare, di ammazzare, conviene garantire che dopo arriveranno gli aiuti. Certo si tratta di molto danaro, ma in fondo costa quanto un giorno o due di guerra, è un costo aggiuntivo che vale la spesa: è pubblicità, è comunicazione. E il mondo ‘umanitariò, in buona misura, è stato al gioco.
Per il futuro non so quale sarà quel prezioso bene economico che gli uomini si contenderanno per accaparrarselo, ma una cosa è certa: quando nel mondo rimarrà l’ultima pozzanghera d’acqua, arriverà un uomo con una clava intelligente e dirà che quella pozzanghera è sua.
Il fine politico in quanto motivo determinante della guerra, sarà la misura, tanto per la meta da raggiungere mediante l’attività bellica, quanto per gli sforzi necessari.
In guerra, le considerazioni morali contano per i tre quarti, il rapporto delle forze reali solo per l’altro quarto.
Tutti chiedono la Pace, nessuno ferma la Guerra.
E un campo di battaglia desse grano per quella morte con la falce in mano… e al ventre di una donna il suo bambino… e breve o lungo ad ognuno il suo destino… vorrei dire buon Natale finché c’è chi ascoòterà… finché si farà l’amore… finché un uomo pregherà.
Adesso ci sono i soldi della guerra. Quella che promette aiuti. È diventata buona la guerra, umana, generosa, compassionevole, umanitaria? No, ma deve farlo credere. È fondamentale creare consenso alla guerra, far vedere che belle cose produce. Ci avevano già provato in Kosovo. L’idea della ‘guerra umanitarià si è formata sostanzialmente in quell’occasione: quando si decide di bombardare, di ammazzare, conviene garantire che dopo arriveranno gli aiuti. Certo si tratta di molto danaro, ma in fondo costa quanto un giorno o due di guerra, è un costo aggiuntivo che vale la spesa: è pubblicità, è comunicazione. E il mondo ‘umanitariò, in buona misura, è stato al gioco.
Per il futuro non so quale sarà quel prezioso bene economico che gli uomini si contenderanno per accaparrarselo, ma una cosa è certa: quando nel mondo rimarrà l’ultima pozzanghera d’acqua, arriverà un uomo con una clava intelligente e dirà che quella pozzanghera è sua.
Il fine politico in quanto motivo determinante della guerra, sarà la misura, tanto per la meta da raggiungere mediante l’attività bellica, quanto per gli sforzi necessari.
In guerra, le considerazioni morali contano per i tre quarti, il rapporto delle forze reali solo per l’altro quarto.
Tutti chiedono la Pace, nessuno ferma la Guerra.
E un campo di battaglia desse grano per quella morte con la falce in mano… e al ventre di una donna il suo bambino… e breve o lungo ad ognuno il suo destino… vorrei dire buon Natale finché c’è chi ascoòterà… finché si farà l’amore… finché un uomo pregherà.
Adesso ci sono i soldi della guerra. Quella che promette aiuti. È diventata buona la guerra, umana, generosa, compassionevole, umanitaria? No, ma deve farlo credere. È fondamentale creare consenso alla guerra, far vedere che belle cose produce. Ci avevano già provato in Kosovo. L’idea della ‘guerra umanitarià si è formata sostanzialmente in quell’occasione: quando si decide di bombardare, di ammazzare, conviene garantire che dopo arriveranno gli aiuti. Certo si tratta di molto danaro, ma in fondo costa quanto un giorno o due di guerra, è un costo aggiuntivo che vale la spesa: è pubblicità, è comunicazione. E il mondo ‘umanitariò, in buona misura, è stato al gioco.