Federico Cerniglia – Stati d’Animo
Lotto con me stesso dopo essermi perso, e faccio a pugni contro il mondo per riprendere il mio passo.
Lotto con me stesso dopo essermi perso, e faccio a pugni contro il mondo per riprendere il mio passo.
Che ne sai tu delle mie notti bianche, che ne sai delle mie paure, dei miei sogni infranti, delle mie speranze perdute. Che ne sai dei dolori, della mia anima inquieta, quei dolori che non smettono mai di farsi sentire.
Fuori guardo, è brutto il tempo, però si è calmato il vento, il mio sguardo è meno freddo questo inverno sta finendo. Ogni cosa c’ha ha il suo tempo, chi ha pazienza ne uscirà. Vado avanti e non ci penso questo inverno passerà.
Ti trovi ad affrontare, reggere e camminare accanto al dolore, ad allargare le spalle per poter sorreggere un peso grande a volte troppo, e qui ti annulli per potere andare avanti, sapendo che avanti è una parola inutile.
Quando ti prende la rabbia per qualcosa che non va come vorresti è terribile. Per l’ennesima volta trattieni un urlo interno che non può prendere voce e devi accettare.
La mia fragilità si è affacciata alla consapevolezza quando ho compreso di essere una persona variabile. Per anni ho vissuto sentendomi unico, insostituibile e non fraintendibile. Eppure ho incontrato una moltitudine di soggetti in grado di idealizzare la mia figura al punto di stravolgerla completamente, reinventandola dalla radice; molti si sono sbagliati, così, ad ogni mia parola, potevo vedere un attacco diretto alla persona che loro vedevano in me.La mia fragilità più grande è proprio questa: essere inesistente per come sono per me agli occhi di chi mi circonda. Perché io vivo con ogni cellula delle mie membra, eppure sofferenze e gioie possono non arrivare agli occhi degli altri, così come le mie parole rischiano di mutare durante il tragitto.
Hai notato la luminosità che ti avvolge quando rivedi il sole dopo aver attraversato un tunnel? Ebbene, guarda la tua vita di ogni giorno come se uscissi sempre da quel tunnel.