Federico Ossola – Lavoro
Il migliore amico dell’uomo è il suo lavoro. Quello che gli piace, che gli da da mangiare e quello che fa con passione.
Il migliore amico dell’uomo è il suo lavoro. Quello che gli piace, che gli da da mangiare e quello che fa con passione.
Credevo di cambiare il mondo, ora mi affanno per cambiare il conto.
Non si può lavorare in un contesto dove sei una natura morta.
Immaginare una rondine chiusa in una gabbia è come spendere una vita chiusi in una fabbrica.
Il cinema non morirà mai, ormai è nato e non può morire: morirà la sala cinematografica, forse, ma di questo non mi frega niente.
Svegliarsi al mattino pigramente ma non alzarsi, rimanere affossati nel letto per spaziare con i pensieri che fatalmente si sovrappongono, il profumo della pelle di chi ti sta accanto, il tintinnio della pioggia che cade armoniosamente, il calore delle coperte mentre fuori fa freddo, la sveglia che suona e ti dice “alzati che devi andare a lavorare, era tutto un sogno”.
Erano in tre e si doveva eseguire un lavoro; il più forte decise che avrebbe diretto le varie fasi dell’esecuzione, il più furbo disse che avrebbe controllato il buon esito dell’operazione e al più debole non rimase altro che iniziare.