Fëdor Michajlovic Dostoevskij – Religione
L’essenza del sentimento religioso non si lascia imprigionare in nessun ragionamento. C’è in questo sentimento qualche cosa che sfugge.
L’essenza del sentimento religioso non si lascia imprigionare in nessun ragionamento. C’è in questo sentimento qualche cosa che sfugge.
Per vivere la nostra vita veramente in Cristo dovremmo considerare ogni giorno come fosse l’ultimo e morire al mondo mortificandoci con la penitenza.
A pregare si impara pregando.
La principale fonte dei conflitti odierni tra le sfere della religione e della scienza sta tutta in questa idea di un Dio personale. Nella lotta per il bene morale, i maestri della religione debbono avere la capacità di rinunciare alla dottrina d’un Dio personale, vale a dire rinunciare alla fonte della paura e della speranza, che nel passato ha garantito ai preti un potere così ampio.
Vedete, vi sono tre tipi di vigliacchi al mondo: i vigliacchi ingenui, convinti cioè che la loro vigliaccheria rappresenti la più alta nobiltà, i vigliacchi vergognosi, cioè quelli che si vergognano della propria vigliaccheria, avendo tuttavia l’intenzione di continuare a essere vigliacchi, e infine i vigliacchi puro sangue.
Dio vero è qualcosa di più. Non è semplicemente natura, ma è ciò che la precede e che la legge. È un essere in grado di pensare, parlare, amare e ascoltare. E Dio, ci dice la fede, è per sua essenza relazione. Intendiamo questo quando ci riferiamo alla sua natura trinitaria. Poiché è in sé relazione, è anche in grado di creare esseri che sono a loro volta relazione e che si possono richiamare a lui perché lui si è sentito toccare da loro.
Più vogliamo apparire agli occhi degli uomini, più scompariremo dalla vista di Dio.