Fernando Pessoa – Amico
Vasto mare, mio rumoroso amico d’infanzia che mi dai riposo e mi culli perché la tua voce non è umana e non può un giorno bisbigliare a orecchie umane le mie debolezze.
Vasto mare, mio rumoroso amico d’infanzia che mi dai riposo e mi culli perché la tua voce non è umana e non può un giorno bisbigliare a orecchie umane le mie debolezze.
Nulla fa più male nel rivedere te con cui c’è stato un legame in passato e doverti considerare un estraneo perché il sentimento che ci legava è finito.
Caro amico mio, sai che è la terra a muoversi intorno al sole.È il nostro…
Avrei voglia di sentire la tua voce, di sapere come stai, dove stai…per caso ho saputo un pizzico della tua vita, sono felicissima per te. Ma subito ho pensato che il nostro destino è simile, anche questa volta…spero di rivederti, di risentirti, dopo tutti questi anni, sette esattamente. Eravamo bambine, ora siamo signore…
E a te come ti chiamano!? Rotelle!?
Caro amico mio, sai che è la terra a muoversi intorno al sole.È il nostro pianeta con tutti noi, ognuno con il proprio percorso, ognuno con il proprio mondo interiore, che gli gira intorno, facendogli la corte, perché è il suo calore che ci permette di vivere! Però è un gran signore. Si fa vedere e ci fa pensare costantemente pensare, al di là delle leggi fisiche, che sia lui con le sue albe e i suoi tramonti che ci viene a cercare! Questa per me è la differenza fra l’essere e l’apparire, fra l’umiltà e l’orgoglio, fra credere e avere la certezza.
Se smetterai di cercare i tuoi amici, saprai chi davvero è tuo amico.