Flavia Ricucci – Filosofia
Dall’idolatria all’egolatria: quando tramontarono gli idoli s’affermò l’io e nacque Dio.
Dall’idolatria all’egolatria: quando tramontarono gli idoli s’affermò l’io e nacque Dio.
Guardando oltre, qualcosa ci sarà oltre il visibile già visto.
Si dovrebbe essere più pieni di se e meno pieni di sé.
Non vi è la fine di qualcosa senza l’inizio di un’altra ed è veramente importante, fra le due, viverne bene l’istante di continuità. Così la vita.
Cose, come per esempio la grandezza, la sanità, la forza e, in una parola, della sostanza di tutte le cose, di ciò che ciascuna è. La verità di esse si contempla forse mediante il corpo o avviene che chi di noi si accinge più degli altri e con più accuratezza a pensare ciascun oggetto della sua indagine in sé, costui si avvicina il più possibile alla conoscenza dell’oggetto? E potrà farlo nel modo più puro chi si dirigerà verso ciascun oggetto, il più possibile, con il solo pensiero, senza intromettere nel pensiero la vista e senza trascinarsi dietro con il ragionamento alcun altro senso, ma utilizzando solo il puro pensiero di per se stesso, andrà a caccia di ciascuno degli enti in sé nella sua purezza, dopo essersi liberato il più possibile da occhi, orecchie e, a parlar propriamente, da tutto il corpo, perché turba l’anima e non le consente di acquistare verità e intelligenza, quando comunica con essa. Non è forse costui, Simmia, se mai altri, che coglierà l’essere? È straordinariamente vero, disse Simmia, ciò che dici, Socrate.
La diversità è un muro costruito dall’uomo per proteggersi dal prepotenti, chi vogliono fare tutti uguali per sfruttarli meglio.
Chiunque sa mascherare il proprio essere, pochi sanno apparire sottoforma di quello che sono.