Francesca Alleva – Libri
Scrivo per rifugiarmi e leggo per ritrovarmi. E viceversa.
Scrivo per rifugiarmi e leggo per ritrovarmi. E viceversa.
Era bello che fosse lei a stringermi, a lasciar perdere le parole.
È strano comunque. Siamo così invasi da pensieri, idee, rimorsi, “e se”, sogni, buoni propositi, ossessioni e tristezza, prima di dormire, che quasi ci dimentichiamo che per chiudere tutto questo basterebbe cominciare con lo spegnere la luce e respirare il buio.
Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo I fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici; se si fosse rivelata meschina, volevo trarne tutta la genuina meschinità, e mostrarne al mondo la bassezza; se invece fosse apparsa sublime, volevo conoscerla con l’esperienza, e poterne dare un vero ragguaglio nella mia prossima digressione.
Cantare, ridere, sognare, essere indipendente, libero, guardare in faccia la gente e parlare come mi pare, mettermi, se ne ho voglia, il cappello di traverso, battermi per un sì per un no o fare un verso. Lavorare senza curarsi della gloria e della fortuna alla cronaca di un viaggio cui si pensa da tempo, magari nella luna!Non scrivere mai nulla che non sia nato davvero dentro di te!Appagarsi soltanto dei frutti, dei fiori e delle foglie che si sono colte nel proprio giardino con le proprie stesse mani!Poi, se per caso ti arriva anche il successo, non dovere nulla a Cesare, prendere tutto il merito per te solo e, disprezzando l’edera, salire, anche senza essere né una quercia né un tiglio, salire, magari poco, ma salire da solo!
C’è chi apre una bottiglia e si versa l’alcool. Io apro un diario, e ci…
“Lei non può capire Daniel perché è giovane, ma col temposi renderà conto ché è più importante cedere che dare.Bernarda e io abbiamo parlato a lungo. È nata per essere madre,lei lo sa bene. La sua gioia più grande, io credo, sarebbe averedei figli. E a me quella Donna piace più delle pesche sciroppate.Si figuri che per lei sono persino disposto a rimettere piedein una chiesa, dopo trentadue anni di totale astinenza clericale,per recitare i salmi di san Serafino o di qualsiasi altro beato”.”Come corre, Fermìn, vi conoscete appena…””Alla mia età, Daniel, se non hai le idee chiare sei fottuto. Ci sonodue o tre ragioni per cui vale la pena di vivere, tutto il resto è letame. In passato ho fatto molte sciocchezze, ma ora il mio unico desiderio è rendere felice Bernarda e morire tra le sue braccia, quando sarà il momento. Voglio essere di nuovoun Uomo rispettabile. Non per me, io me ne infischio del rispetto di quel branco di scimmie che sono gli esseri umani, ma per lei.Perché Bernarda crede negli sceneggiati, nei preti, nella rispettabilità e nella Madonna di Lourdes. È fatta così e io le voglio bene per come è, e non toglierei un solo pelo di quelli che ha sul mento. Per questo desidero che sia fiera di me.Voglio che pensi: Il mio Fermìn è un grand’uomo,come Cary Grant, Hemingway o Manolete”.