Francesca Alleva – Libri
Scrivo per rifugiarmi e leggo per ritrovarmi. E viceversa.
Scrivo per rifugiarmi e leggo per ritrovarmi. E viceversa.
Si crede di aprirsi al mondo e si paga questa persuasione con la cecità per le cose più vicine. È incredibile l’arroganza con cui decidiamo che cosa ci riguarda o non ci riguarda. Tutte le direttrici dell’esperienza sono prestabilite, anche se non lo sappiamo, ciò che ancora non comprendiamo a chiare lettere non lo guardiamo neppure, e quella fame lupina che si definisce brama di sapere non si avvede di quel che le sfugge.
Ho lottato invano. Non c’è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami.
Non voglio giacere là tutta sola;possono seppelirmi a quattro metri di profondità,la chiesa intera può crollarmi addosso,ma non avrò pace se tu non sarai con me… mai!
Il punto di fuga è quello da cui partono infinite linee: basta seguirle, per scoprire altrettante realtà, dimensioni, mondi. Non è solo un modo per fuggire, ma anche per capire quanto siano risibili le cose che ci sembrano assolute, se appena le guardiamo da lontano. E tornare, serve a riguardarle da vicino con occhi diversi.
Mi contemplava, con quel suo sguardo inespressivo, come se i suoi occhi fossero stati due scuri specchi che riflettevano la realtà senza capirla e, forse, anche senza vederla.
La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere.