Francesco Alberoni – Stati d’Animo
La speranza non può essere basata soltanto sull’ottimismo. Deve avere radici più profonde nella moralità, nella forza d’animo.
La speranza non può essere basata soltanto sull’ottimismo. Deve avere radici più profonde nella moralità, nella forza d’animo.
La differenza tra la felicità e il dolore è che la felicità lascia solo ricordi, il dolore anche cicatrici.
Se vivi un’emozione, devi saper bere, non tracannare!
La speranza, non è un ragionamento, un calcolo probabilistico, una rassicurazione psicologica. La speranza è una intuizione che scaturisce da un moto interiore e ci rimette in rapporto fiducioso con il mondo, ci reinserisce nello slancio vitale da cui eravamo stati espulsi. La speranza è una rivelazione della nostra continuità vitale col cosmo, una affermazione della nostra sostanza d’essere.
La fantasia proietta ciò che si immagina e si desidera, ed è quasi come viverle nella mente e, a volte, anche nel cuore.
Mi sento una scarpa veccia per troppe miglia percorse, quante emozioni ho sorvolato. Ora chiudo la mano e non raccolgo che aria putrefatta. Vorrei spiegare agli altri le mie emozioni, non capiscono, non vogliono capire, perché non c’è più spazio per nessuno. Si vive arrampicati sulle montagne, cercando di non precipitare, tenendosi ben stretto lo zaino: unica fonte di sopravvivenza. Salire, salire, salire sempre e quando sei su, ti accorgi che sei solo: tu e il tuo zaino.
Quando sarò vecchia e la mia mano tremerà, nel raccogliere i piccoli oggetti, ripenserò con tristezza alla giovinezza lontana e ai momenti felici perduti nel tempo. Cercherò nella mente il pensiero di allora e ricorderò piccole frasi che un tempo parevano nulla. La vita mi scorrerà davanti agli occhi più velocemente di un tempo e non accetterò la morte come cosa complicata e malvagia, ma come un semplice epilogo degli argomenti della mia vita.