Franz Kafka – Libri
Di una cosa sono convinto: un libro dev’essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Di una cosa sono convinto: un libro dev’essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Senza nessun bisogno di affrettarsi. Nessun bisogno di mandare scintille. Nessun bisogno di essere altri che se stessi.
Le buone intenzioni sono inutili tentativi di interferire con le leggi scientifiche. Nascono dalla pura vanità. Il risultato è il nulla assoluto. Ogni tanto ci procurano una di quelle sterili e voluttuose emozioni che hanno un certo fascino sulle persone deboli. Tutto qui. Non sono altro che assegni a vuoto.
Le migliori rivoluzioni nascono dalle pagine di un libro.
Se volete fare gli scrittori, ci sono due esercizi fondamentali: leggere e scrivere molto. Non conosco stratagemmi per aggirare queste realtà, non conosco scorciatoie.
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n’erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.
Come abbiamo potuto non sapere, per così tanto tempo, nulla di ciò che era, e tuttavia sederci alla tavola di ogni cosa e persona incontrata sul cammino? Cuori piccoli – li nutriamo di grandi illusioni, e al termine del processo camminiamo come discepoli di Emmaus, ciechi, al fianco di amici e amori che non riconosciamo – fidandoci di un Dio che non sa più di se stesso. Per questo conosciamo l’avvio delle cose e poi ne riceviamo la fine, mancando sempre il loro cuore. Siamo aurora ma epilogo – perenne scoperta tardiva.