Sara Tassone – Frasi sulla Natura
Restiamo in silenzio e ammiriamo tutto ciò che la natura mette a nostra disposizione, senza nulla chiedere.
Restiamo in silenzio e ammiriamo tutto ciò che la natura mette a nostra disposizione, senza nulla chiedere.
Quando mi avvicino a te ho sempre paura dell’alta marea. Il vento disperderà la schiuma, quel ballare delle onde è come se fosse una danza in tuo onore. Ma tu mare sei sempre bellissimo: sembri sempre infuriato, invece le tue acque sono una carezza, come se ti volesse abbracciare.
Tu che ci regali da sempre il profumo e la bellezza della rosa, regina nel regno della natura. Grazie e bentornato maggio!
Il vento oggi ha portato con sé il profumo dei tuoi silenzi.
Le foglie sui rami, assecondano i capricci del vento danzando e cantando. È questo il segreto dell’esserci?
Di fronte allo splendore e maestosità della natura dovremmo solo tacere. Semplicemente perché è perfetta così, nessuno le hai mai dovuto insegnare niente, anzi è da essa che noi abbiamo imparato e capito tante cose.
Il mare è il più subdolo apolide.
Che bei momenti nelle ultime sere di neve, mentre la primavera distratta da quel manto si addormenta accanto alle baite dipinte di bianco e di blu. Che bei momenti questi, che regalano ancora per poco un aprile vestito da sposa.
La montagna ti insegna a capire e interpretare anche la lingua più difficile: il silenzio.
Pasqua Pasquetta il picnic domani m’aspetta, ma se mi butti acqua dall’altopiano mi rovini tutto il piano e durante la giornata io ci rimango male. Perciò datti una mossa e metti il sole in mostra.
La natura è una miniera. Produce tutto quello che ci occorre per vivere. Ci circonda con la sua infinita bellezza. La natura è la madre di tutti noi. Spieghiamo ai nostri figli e ai nostri nipoti l’importanza e il rispetto verso la natura.
Ogni fiore che nasce è una nuova vita che si aggiunge allo splendore della natura.
C’è un cielo vestito di freddo così bello, che il sole ha indossato l’inverno come fosse tagliato per lui. E la primavera si affaccia alla finestra salutando impaziente di vestirsi a festa.
In ogni conchiglia c’è il buio del mare.
Vorrei confondermi tra i petali dei fiori, lentamente cambiare colori e smarrirmi tra i loro profumi.
Oggi in giardino c’è festa, cinguettano gli uccellini, volano qua e là, senza una direzione. Si rincorrono, salgono e poi scendono, allegri chiacchiericci come tumultuosa scolaresca il primo giorno di scuola. Quante cose dell’inverno avranno da raccontarsi, chissà. I primi germogli dei narcisi, i fiori bianchi e rosa del pesco, i primi getti del giglio, fiori selvatici spontanei sconosciuti che timidamente si affacciano miracolo della natura finora sonnecchiante e assente. Poi boom, un esplodere a “nuova vita”. Ammirata penso. Ecco, forse accade così anche agli esseri umani quando, per la troppa sofferenza, subiscono una sorta di trauma. Inconsapevolmente forse si appartano, si chiudono, entrano in un mondo tutto loro fatto di silenzi e di ricordi che pungono. Si sentono abbattuti, quasi sconfitti e restano lì, inermi con l’inverno nel cuore, cadono in un simbolico letargo, esattamente come in inverno la natura: vivi sì, ma dormienti in attesa di qualcosa, di un pungolo, della primavera forse, la primavera come sorta di rinnovamento, di nuova vita, di risveglio, di rinascita, la primavera come stagione di nuovi colori nuovi profumi nuovi sproni. La tanto attesa primavera nel cuore.
Se non sei in grado di sopportare le spine non prendere la rosa, ci sono tante margherite.