Fryderyk Chopin – Stati d’Animo
La tristezza mi ha preso – perché? Neppure la musica oggi mi consola – è già notte tarda, e non ho voglia di dormire; non so cosa mi manca – e ho già più di vent’anni.
La tristezza mi ha preso – perché? Neppure la musica oggi mi consola – è già notte tarda, e non ho voglia di dormire; non so cosa mi manca – e ho già più di vent’anni.
A volte è necessario allontanarsi per vedere chi è disposto a seguirti.
Più il tuo tempo lo fai scorrere lento, più dai l’opportunità ai tuoi pensieri di urlarti dentro.
Ciò che mi manca in realtà non l’ho mai avuto.
Non deviare il tuo sguardo, non celare i tuoi occhi perché non vuoi mostrare la tua fragilità e i tuoi tremori, che loro svelerebbero appieno. Non è vero che sei debole, che non sai reagire al vuoto lasciato dalla “mancanza”, che ti senti piccola come una formica. Non dimenticare la famosa fiaba: la formica si salva.
Perfino chi sorride a volte finge.
Ai lati degli occhi si aprivano le rughe e da lì scolava la malinconia.
A volte è necessario allontanarsi per vedere chi è disposto a seguirti.
Più il tuo tempo lo fai scorrere lento, più dai l’opportunità ai tuoi pensieri di urlarti dentro.
Ciò che mi manca in realtà non l’ho mai avuto.
Non deviare il tuo sguardo, non celare i tuoi occhi perché non vuoi mostrare la tua fragilità e i tuoi tremori, che loro svelerebbero appieno. Non è vero che sei debole, che non sai reagire al vuoto lasciato dalla “mancanza”, che ti senti piccola come una formica. Non dimenticare la famosa fiaba: la formica si salva.
Perfino chi sorride a volte finge.
Ai lati degli occhi si aprivano le rughe e da lì scolava la malinconia.
A volte è necessario allontanarsi per vedere chi è disposto a seguirti.
Più il tuo tempo lo fai scorrere lento, più dai l’opportunità ai tuoi pensieri di urlarti dentro.
Ciò che mi manca in realtà non l’ho mai avuto.
Non deviare il tuo sguardo, non celare i tuoi occhi perché non vuoi mostrare la tua fragilità e i tuoi tremori, che loro svelerebbero appieno. Non è vero che sei debole, che non sai reagire al vuoto lasciato dalla “mancanza”, che ti senti piccola come una formica. Non dimenticare la famosa fiaba: la formica si salva.
Perfino chi sorride a volte finge.
Ai lati degli occhi si aprivano le rughe e da lì scolava la malinconia.