Gabriele Costanzo – Social Network
Se stare collegato su Facebook fosse stato un lavoro, saremmo stati tutti milionari.
Se stare collegato su Facebook fosse stato un lavoro, saremmo stati tutti milionari.
La differenza tra chi ti blocca e chi no è semplice: nel primo caso è perché non sa essere come nel secondo, superiore.
Dicevano che chi si faceva i cazzi propri campava cent’anni, grazie facebook!
Poi ci sono quelle persone che le leggi e resti estasiato da ciò che scrivono, allora cominci ad immaginarti chi ci possa essere dietro quel monitor, a chi appartiene quella meravigliosa mente, ma quando dopo un “ciao” cominci a dialogare, ti accorgi che di tutto ciò che scrive nulla gli appartiene. Parole, emozioni rubate per sentirsi importanti e capisci che le parole, se non hanno anche l’anima di chi l’ha scritte, non hanno volto.
Quando si scrive a tutti, quando si parla con tutti, quando fai vedere qualcosa a tutti, quando sorridi a tutti, quando mandi una bella foto a tutti (l’elenco non finisce mai), significa non dire niente a nessuno. Meglio uscire di casa, incontrare persone in carne e ossa, altrimenti si resta soli davanti ad un computer. L’uomo non è nato per essere sprecato, ha bisogno di concretezze, nel bene o nel male. Ha bisogno di vivere.
Facebook in due parole… Mi piace.
Vi siete mai affezionati ad una persona semplicemente sentendola per chat, o messaggi? So che può sembrare stupido, ma credo di non essere l’unica.