Gabriele Costanzo – Social Network
Se stare collegato su Facebook fosse stato un lavoro, saremmo stati tutti milionari.
Se stare collegato su Facebook fosse stato un lavoro, saremmo stati tutti milionari.
Le tue foto su Facebook sono come le vignette, fanno ridere.
Ho notato come la gente sia così poco originale su Facebook, anche l’amore si ricicla. Quello che ieri diceva a te, oggi lo dice ad un altro. Privi di fantasia? No, privi di sentimenti veri.
Ho conosciuto più persone reali e sincere su internet che nella cosiddetta vita reale.
Mi sto accorgendo quanto un social come Facebook rispecchi la società in cui cerchiamo di vivere, una società fatta di apparenza, superficialità, ipocrisia e cattiveria gratuita, tanta gente con tanto di firme cucite addosso, un’imbecillità da Guinness dei primati e cattivi come il fiele. Ma cavoli: “Lei non sa chi sono io giusto?” Beh, no non lo so e vivo benissimo senza saperlo.
Cartesio diceva: “Penso dunque sono”, con internet siamo passati a: “penso dunque condivido” e infine con Facebook: condivido dunque non ho bisogno di pensare. Si chiama (d)evoluzione.
La vita è come un gioco, dove l’ultimo livello è la ricerca della felicità.