Gabriele Costanzo – Sorriso
Non c’è più bella cosa nel dare che nel ricevere, se proprio devo ricevere regalatemi un sorriso.
Non c’è più bella cosa nel dare che nel ricevere, se proprio devo ricevere regalatemi un sorriso.
Per ogni tuo sorriso a me ti darò un metro del mio cuore.
I ghiacciai si sciolgono al calore,la donna più dura si scioglie per amore.Da piccole cosesi vede il grande uomo…La sciola serve per l’istruzione,l’esperienza serve per la costruzione.Il coraggio è dei duri,ma, la paura è unsalto nel buio.Se un bicchiere vuoi lavare,o una stanza lucidarefallo in fretta non aspettare.La misura dell’amoreè amare senza misura.Chi parla troppoè timido sì sa…Ma, chi parla pocostupido sarà!…Alla radice di una basec’è sempre un mattoneche fa la casa!…Il poco e nienteti basteràse nella vital’amore ti sorriderà.La scuola è lamaestra della vita,ma, per te impararenon è mai finita!…Se la domenica hai da farevuol dire che hai lamoglie ad aspettare!…
Confuso è il pensiero di chi non ha trovato la via del suo sorriso.
Non avere mai paura di sorridere, a volte la propria felicità urta la cattiveria della gente. Sorridi sempre, è un’arma legittima del tuo cuore.
Il sorriso più bello è quello delle persone che hanno sofferto, ma non l’hanno mai perso.
Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. “Avverto” che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un “avvertimento del contrario”. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente, s’inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico.