Gabriele Martufi – Stati d’Animo
Quando non riusciamo a dimenticare, non ci resta che perdonare.
Quando non riusciamo a dimenticare, non ci resta che perdonare.
Ho avuto modo di conoscere alcuni mendicanti, il loro mondo. Le assicuro, signor Corelli, che sono persone meravigliose, i veri poeti della vita!
Il tempo che trascorri con chi ami raddoppia la felicità, ma anche le lacrime si dimezzano insieme alle persone che amiamo.
Mi piace sorridere e far sorridere, mi piace essere il motivo di gioia di qualcuno. Amo essere cercata perché di me si ricorda il sapore della bella compagnia, delle risate e la spensieratezza di momenti che restano. Amo essere me stessa sempre, perché quando le persone mi cercano so che lo fanno perché apprezzano la vera me e non una finta copia di perbenismo. Non sono perfetta, non voglio esserlo, mi amo così come sono e ne vado fiera.
Vorrei essere un diario. Un diario lasciato sul ciglio di una strada o in una casa vecchia, abbandonata, piena di misteri e ricordi. Vorrei che qualcuno mi trovasse e che con l’entusiasmo di scoprire tutto quello che celo, non si soffermi sulla copertina rovinata. Vorrei che come in un diario, le persone non si preoccupassero degli spazi bianchi, ma dell’inchiostro incatenato dentro di me.
Passano gli anni velocemente, tanto da non rendersene nemmeno conto, e con loro vanno via i giorni spensierati e i sogni; ma il secondo tempo del mio tempo comincia ora, e sapete perché? Perché io non ho perso strada facendo, la mia anima da bambina, capace di sognare, giocare e ridere per niente. Alla fine sognare non costa nulla, preferisco vivere un sogno a colori che vivere per inerzia in una squallida realtà monocromatica.
Chiedere aiuto non è una vergogna, semmai una prova di sopravvivenza!