Gabriella Stigliano – Poesia
A volte la poesia è come parlare in solitudine.
A volte la poesia è come parlare in solitudine.
Esistono sempre ma ci penso un po’ meno, o forse in maniera diversa, le allontano o le tengo vicino a seconda di come mi sento, in questo momento le penso, sono vicine a me le persone rimaste in un posto sbagliato del cuore.
Albero nascente dai floridi fior dell’età aspra, posa sulla fiorita piaggia, lo zeffiro accarezza l’arboscello di gaggia, il sole circonfonde d’alma, l’erba ride a uno stato soave. Un canor cinguettio di augelletti è la favola bella dei pargoletti fiori accolti con calma. Or volge l’anno e diventò un tronco dal curo fanciullo, un color bianco lo disfiorò dal breve mistero di terra e di fango. Apri gli occhi fior dell’età non diventar aspro prima di maturar.
Nella mia vita la poesia e l’attività politica sono sempre state separate. Come scrittrice io volevo dire tutto quello che c’era da dire e questo significava godere di una libertà che non c’era. Le repressioni che ho subito mi hanno trasformato agli occhi degli altri in una persona che non rinuncia a dire la verità, ma la mia verità era semplicemente poesia.
Un giorno presi la penna e capii che con le parole potevo toccare le corde dell’anima facendo risvegliare le emozioni più profonde sopite nella fragilità dei nobili sentimenti.
Io sono il poeta di mille pene, e tu sei la mia condanna…
Nessun grido è più forte del sospiro della poesia…