Gaetano Toffali – Viaggi e vacanze
Il tuo corpo è un’invitante autostrada.Mi son fatto il Telepass, è più comodo.
Il tuo corpo è un’invitante autostrada.Mi son fatto il Telepass, è più comodo.
La tua bocca è dolce come il miele. E io sono il tuo orsetto.
Se Dio avesse voluto che l’uomo volasse, l’avrebbe fatto nascere con un biglietto.
L’importante è il viaggio non dove andrò.
Continua il tuo viaggio senza sentire, altrimenti rinunceresti se solo sapessi ciò che dicono e pensano di te. A piedi nudi, senza veli, perché chi non ha nulla da nascondere viaggia così.
L’unico viaggio che vale la pena di fare è alla ricerca di noi stessi, non occorrono valigie, ma solo il biglietto di andata, il ritorno non è previsto perché è un viaggio che non finisce mai…
Viaggiare sentendosi sempre, nello stesso momento, nell’ignoto e a casa, ma sapendo di non avere, di non possedere una casa. Chi viaggia è sempre un randagio, uno straniero, un ospite; dorme in stanze che prima e dopo di lui albergano sconosciuti, non possiede il guanciale su cui posa il capo né il tetto che lo ripara. E così comprende che non si può mai veramente possedere una casa, uno spazio ritagliato nell’infinito dell’universo, ma solo sostarvi, per una notte o per tutta la vita, con rispetto e gratitudine.