George Clooney – Società
L’America non ha più nessuno da battere.
L’America non ha più nessuno da battere.
Verrà,si, verrà un Regno di giustizia, di amore, di pace.Sgolatevi, o fratelli, aprite le vostre bocche, gridate forte a tutti che la parola “Umanità”ha perduto il suo vero significato; gli uomini con una maledetta gomma, l’hanno voluta cancellaredal vocabolario.Ma, per alcuni, forse, è cancellata soltanto con un leggero tratto di penna o di lapis.Si può riscoprire. Per i “migliori” essa è ancora presente.
Il fascismo non è definito dal numero delle sue vittime, ma dal modo con cui le uccide.
In questo oramai assurdo teatro che è la vita, noi non siamo altro che le marionette manovrate dai governi, dalla televisione e dall’informazione in genere. Tutto pare normale ai nostri occhi e alle nostre menti manipolate.Abbiamo dimenticato il vero senso della vita.
Ogni epoca ha le sue leggi demenziali che governano la società; oggigiorno una di queste è la legge di mercato.
L’Europa in cui siamo costretti a vivere è un’Europa profondamente comunista, livellata verso il basso, che impedisce lo sviluppo delle singole nazioni.
Ogni arte ha la sua tecnica. Per scrivere musica occorre innanzi tutto conoscere il pentagramma e la teoria musicale. Per poter dipingere occorre innanzi tutto conoscere il disegno e la prospettiva. E così via per l’architettura, per la scultura, per le arti minori… In ogni manifestazione artistica ricorrono aspetti tecnici fondamentali.Alla stessa maniera, per scrivere qualsiasi cosa in italiano, che sia romanzo, racconto, aforisma o poesia, o anche una semplice lettera, è fondamentale il corretto uso della lingua italiana. Della grammatica, innanzi tutto.Molti ritengono che non sia così; ma ciò accade solo per via di una prospettiva distorta, alla stessa maniera in cui molti preferiscono un’orchestrina di liscio ad una sala da concerto, ritenendo la musica classica un qualcosa di antiquato e tedioso.La colpa di questo decadimento della sensibilità artistica è di tutti noi: di un pubblico non educato al bello, di una critica spesso ruffiana che anziché educarlo lo diseduca, di una scuola sempre più ignorante ed ottusa, di poeti e scrittori inconsapevoli dei propri limiti… Ma anche di chi vede e comprende tutto ciò, e per indolenza o malinteso “rispetto” non apre gli occhi a tutti: indicando, senza paura di critiche o ostracismi, che “il re è nudo”, come seppe fare, col coraggio dell’innocenza, il bambino della famosa favola di Andersen.