George Orwell – Guerra & Pace
La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza.
La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza.
È il corso naturale della vita “ferire e ferirsi”. Piangere e far piangere. Deludere e deludersi. È la vita che ci fa da maestra e interprete di tutto quello che ci capita. Dall’esperienza del vissuto nel bene o nel male c’è sempre qualcosa che c’insegna. Da ogni dolore, da ogni delusione, da ogni ferita; impariamo, maturiamo e prendiamo atto del valore dell’esistenza, del valore della felicità, ma soprattutto impariamo che non bisogna mai arrendersi e non bisogna mai lasciare che la vita ci scivoli tra le mani senza viverla e combattere per ciò che vogliamo.
Le guerre sono menzognere. Semplificano la storia riempiendola di spartiacque: prima e dopo, vincitori e perdenti, giusto e sbagliato. La vera storia, o meglio il passato, non è mai così. Non è omogenea né lineare. Non possiede contorni definiti, bensì vaghi ed evanescenti, impenetrabili, come lo spazio. E io quadro è sempre pronto a mutare: proprio quando credi di avere individuato un certo disegno, la prospettiva si ribalta ed emerge una visione alternativa, memorie a lungo dimenticate tornano alla luce.
Perché combattere è più facile che capire cos’altro si può fare.
Finché ci sarà l’uomo, ci sarà guerra.
Sarò un’idealista, ma sogno un mondo che mantenga la divisione per stati solo per esigenze filateliche.
Non sono un pacifista. A chi mi desse uno schiaffo sulla guancia non porgerei mai l’altra, ma mi difenderei a denti stretti. La guerra è per metà fatta di paura e per metà di noie. I giovani del mio paese non sono per la guerra. Non sono nemmeno per il servizio militare. Gli orfani di guerra, poi, la considerano il peggiore dei mali.