George RR Martin – Libri
Qualsiasi cosa deciderete mai, mai io chiamerò re un Lannister!
Qualsiasi cosa deciderete mai, mai io chiamerò re un Lannister!
Non riuscì più a pensare. Un formicolio si era impadronito di lui, paralizzandogli braccia, gambe e cervello. Era troppo vicina. Vedeva ogni lacrima appesa alle sue ciglia.
Non basta un taglio in coppa per fare di un chiodo una vite. Non basta scrivere bene per essere scrittore.
– Le storie non sono ritratti.- Jasper Gwyn pensava di sì. Un giorno, che eravamo seduti in un parco, mi spiegò che tutti abbiamo una certa idea di noi stessi, magari appena abbozzata, confusa, ma alla fine siamo portati ad avere una certa idea di noi stessi, e la verità è che spesso quell’idea la facciamo coincidere con un certo personaggio immaginario in cui ci riconosciamo.- Tipo?Rebecca ci pensò un po’.- Tipo uno che vuole tornare a casa ma non trova più la strada. O un altro che vede le cose sempre un attimo prima degli altri. Cose così. È quanto riusciamo a intuire di noi.
Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere.
Penso ci siano fondamentalmente due tipi di scrittori: i giocatori d’azzardo e i veggenti. I primi puntano su dei numeri sperando che qualcuno esca sulla ruota, magari cercando di ritoccare gli eventi, o costruendo facciate ingannevoli, perché la storia si svolga seguendo i desideri del Potere, e lo salvino dall’equità e dal diritto. I secondi ascoltano semplicemente quello che persino un atomo conosce, imparziali col resto del mondo, imparziali di fronte alla vita, senza risentimento custodiscono le parole dell’inespugnabile destino.
Si, a pensarci bene lei il mondo lo voleva vedere. Quella consapevolezza le era cresciuta dentro piano piano […], la consapevolezza che oltre i confini di Longbridge esisteva un intero universo, più in là del capolinea 62, di Birmingham, addirittura dell’Inghilterra. E lei lo voleva vedere, e dividerlo con qualcuno. Voleva che qualcuno la tenesse per mano mentre lei guardava la luna che sorgeva sopra il Taj Mahal. Voleva essere baciata, piano, ma a lungo, sullo sfondo magnifico delle Montagne Rocciose, in Canada. Voleva scalare Ayers Rock all’alba. Voleva qualcuno che le chiedesse di sposarlo mentre il sole al tramonto stendeva le sue dita rosso sangue sui minareti rosa dell’Alhambra.
Non riuscì più a pensare. Un formicolio si era impadronito di lui, paralizzandogli braccia, gambe e cervello. Era troppo vicina. Vedeva ogni lacrima appesa alle sue ciglia.
Non basta un taglio in coppa per fare di un chiodo una vite. Non basta scrivere bene per essere scrittore.
– Le storie non sono ritratti.- Jasper Gwyn pensava di sì. Un giorno, che eravamo seduti in un parco, mi spiegò che tutti abbiamo una certa idea di noi stessi, magari appena abbozzata, confusa, ma alla fine siamo portati ad avere una certa idea di noi stessi, e la verità è che spesso quell’idea la facciamo coincidere con un certo personaggio immaginario in cui ci riconosciamo.- Tipo?Rebecca ci pensò un po’.- Tipo uno che vuole tornare a casa ma non trova più la strada. O un altro che vede le cose sempre un attimo prima degli altri. Cose così. È quanto riusciamo a intuire di noi.
Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere.
Penso ci siano fondamentalmente due tipi di scrittori: i giocatori d’azzardo e i veggenti. I primi puntano su dei numeri sperando che qualcuno esca sulla ruota, magari cercando di ritoccare gli eventi, o costruendo facciate ingannevoli, perché la storia si svolga seguendo i desideri del Potere, e lo salvino dall’equità e dal diritto. I secondi ascoltano semplicemente quello che persino un atomo conosce, imparziali col resto del mondo, imparziali di fronte alla vita, senza risentimento custodiscono le parole dell’inespugnabile destino.
Si, a pensarci bene lei il mondo lo voleva vedere. Quella consapevolezza le era cresciuta dentro piano piano […], la consapevolezza che oltre i confini di Longbridge esisteva un intero universo, più in là del capolinea 62, di Birmingham, addirittura dell’Inghilterra. E lei lo voleva vedere, e dividerlo con qualcuno. Voleva che qualcuno la tenesse per mano mentre lei guardava la luna che sorgeva sopra il Taj Mahal. Voleva essere baciata, piano, ma a lungo, sullo sfondo magnifico delle Montagne Rocciose, in Canada. Voleva scalare Ayers Rock all’alba. Voleva qualcuno che le chiedesse di sposarlo mentre il sole al tramonto stendeva le sue dita rosso sangue sui minareti rosa dell’Alhambra.
Non riuscì più a pensare. Un formicolio si era impadronito di lui, paralizzandogli braccia, gambe e cervello. Era troppo vicina. Vedeva ogni lacrima appesa alle sue ciglia.
Non basta un taglio in coppa per fare di un chiodo una vite. Non basta scrivere bene per essere scrittore.
– Le storie non sono ritratti.- Jasper Gwyn pensava di sì. Un giorno, che eravamo seduti in un parco, mi spiegò che tutti abbiamo una certa idea di noi stessi, magari appena abbozzata, confusa, ma alla fine siamo portati ad avere una certa idea di noi stessi, e la verità è che spesso quell’idea la facciamo coincidere con un certo personaggio immaginario in cui ci riconosciamo.- Tipo?Rebecca ci pensò un po’.- Tipo uno che vuole tornare a casa ma non trova più la strada. O un altro che vede le cose sempre un attimo prima degli altri. Cose così. È quanto riusciamo a intuire di noi.
Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere.
Penso ci siano fondamentalmente due tipi di scrittori: i giocatori d’azzardo e i veggenti. I primi puntano su dei numeri sperando che qualcuno esca sulla ruota, magari cercando di ritoccare gli eventi, o costruendo facciate ingannevoli, perché la storia si svolga seguendo i desideri del Potere, e lo salvino dall’equità e dal diritto. I secondi ascoltano semplicemente quello che persino un atomo conosce, imparziali col resto del mondo, imparziali di fronte alla vita, senza risentimento custodiscono le parole dell’inespugnabile destino.
Si, a pensarci bene lei il mondo lo voleva vedere. Quella consapevolezza le era cresciuta dentro piano piano […], la consapevolezza che oltre i confini di Longbridge esisteva un intero universo, più in là del capolinea 62, di Birmingham, addirittura dell’Inghilterra. E lei lo voleva vedere, e dividerlo con qualcuno. Voleva che qualcuno la tenesse per mano mentre lei guardava la luna che sorgeva sopra il Taj Mahal. Voleva essere baciata, piano, ma a lungo, sullo sfondo magnifico delle Montagne Rocciose, in Canada. Voleva scalare Ayers Rock all’alba. Voleva qualcuno che le chiedesse di sposarlo mentre il sole al tramonto stendeva le sue dita rosso sangue sui minareti rosa dell’Alhambra.