George RR Martin – Libri
Un principe cavalca dentro di me!
Un principe cavalca dentro di me!
Alcuni sguardi sono libri mai letti.
Così, senza saperlo, ereditiamo l’incapacità verso la tragedia, e la predestinazione alla forma minore del dramma: perché nelle nostre case non si accetta la realtà del male, e questo rinvia all’infinito qualsiasi sviluppo tragico innescando l’onda lunga di un dramma misurato e permanente – la palude in cui siamo cresciuti. È un habitat assurdo, fatto di dolore represso e quotidiane censure. Ma noi non possiamo accorgerci di quanto sia assurdo perché come rettili di palude conosciamo solo quel mondo, e la palude è per noi la normalità. Per questo siamo in grado di metabolizzare incredibili dosi di infelicità scambiandole per il doveroso corso delle cose: non ci sfiora il sospetto che nascondano ferite da curare, e fratture da ricomporre. Allo stesso modo ignoriamo cosa sia lo scandalo, perché ogni eventuale devianza tradita da chi ci sta attorno la accettiamo d’istinto come un’integrazione solo inattesa al protocollo della normalità.
Baciarsi le sembrava l’unica cosa giusta da fare, l’unica cosa che la confortava, e le ricordava che c’era una ragione per andare avanti.
Non avrei potuto essere più disperatamente cieca se fossi stata innamorata. Ma è stata la vanità, non l’amore, che mi ha perduta.
Buone intenzioni, virtù, integrità… che cosa sono veramente? Alcuni uomini che si dicevano virtuosi e integerrimi perché obbedivano ai propri governatori finirono per creare i campi di concentramento. Alcuni medici che vivevano nella condizione che il comunismo fosse un sistema giusto diagnosticavano forme di demenza e esiliarono in Siberia molti intellettuali schierati contro il regime. Tantissimi soldati vanno in guerra e uccidono in nome di un ideale che neppure conoscono, animati da buone intenzioni, virtù e integrità…… il peccato per il bene è una virtù; la virtù per il male è un peccato…
Ci sono stati uomini che, all’insaputa dei più, hanno profanato certi templi nella speranza di avere un contatto diretto con la divinità, nel bisogno di averne la dimostrazione davanti alla sua ira. Ci sono uomini – oggi – che, all’insaputa dei più, profanano il proprio corpo, tempio compiuto, per arrivare all’anima e toccarla, avere la dimostrazione di esistere nella realtà.