Gerardo Migliaccio – Destino
Non capisco di quale tragedia parli, già siamo all’epilogo finale.
Non capisco di quale tragedia parli, già siamo all’epilogo finale.
Mi chiedevo come mai persone così simili possano farsi danni gravi, e persone apparentemente lontanissime, migliorarsi in modo così spettacolare; mi chiedevo se c’era una regola dietro tutto questo o solo il caso, se era un effetto permanente o temporaneo.
Alla fine tutti quanti siamo e restiamo soli.
Il passato mi tiene in ostaggio, speriamo che il presente paghi il mio riscatto.
La vita ci ha diviso, ma il nostro destino è appartenerci.
Sono orfano di uno specchio infranto.
Diciamo che nulla dura per sempre, poi capita che li incrociamo per strada, mano nella mano, due anziani che hanno dimenticato la fine e che, come ogni altro, lasceranno questa vita ma senza dubitare che il loro amore proseguirà come la strada che stanno percorrendo. Osservandoli, commuovendoci, abbiamo l’opportunità di aprire gli occhi e accettare che se nulla dura è solo perché siamo noi per primi a definire la distanza tra il possibile e l’irraggiungibile, i confini tra noi e gli altri, il criterio secondo il quale qualcosa esiste o no. Pensiamo troppo alla fine, loro invece forse alla fine non ci hanno mai pensato, né ci penseranno.