Giacinto Cistola – Arte
L’arte è la massima espressione dell’iniquità divina. Infatti ad alcuni dispensa il talento ad altri solo la capacità di riconoscerlo.
L’arte è la massima espressione dell’iniquità divina. Infatti ad alcuni dispensa il talento ad altri solo la capacità di riconoscerlo.
L’arte è deformità significante.
L’originalità dell’avanguardia fa l’artista.
Il vero artista prende sempre in considerazione il fatto che egli possa non piacere.
Perché esista arte, perché esista un qualsiasi fare e contemplare artistico, è indispensabile un presupposto fisiologico: l’ebbrezza. L’ebbrezza deve prima aver accresciuto l’eccitabilità dell’intera macchina: altrimenti non si giunge all’arte. Tutte le specie di ebbrezza per quanto diversamente condizionate, possiedono la forza di far ciò: soprattutto l’ebbrezza dell’eccitazione sessuale, la più antica e originaria forma di ebbrezza. Ugualmente l’ebbrezza che sopraggiunge al seguito di tutte le grandi brame, di tutti i forti affetti; l’ebbrezza della festa, della gara, del pezzo di bravura, della vittoria, di ogni commozione estrema; l’ebbrezza della crudeltà; l’ebbrezza della distruzione; l’ebbrezza prodotta da determinati influssi meteorologici, per esempio l’ebbrezza della primavera; oppure dall’influsso dei narcotici; infine l’ebbrezza della volontà, di una volontà sovraccarica e turgida. – l’essenziale dell’ebbrezza è il senso dell’aumento di forza e della pienezza. Da questo si comunicano sentimenti alle cose, le si costringe a prendere da noi, le si violenta – questo processo vien detto idealizzare. Sbarazziamoci qui di un pregiudizio: idealizzare non consiste, come comunemente si crede, nel togliere o eliminare ciò che è piccolo, secondario. Quel che importa è piuttosto spinger fuori, grandiosamente, i tratti principali in modo che gli altri scompaiano.
Cos’è disegnare? Come ci si arriva? È l’atto di aprirsi un passaggio attraverso un muro…
L’arte si riconosce quando la vedi con gli occhi dell’emozione.