Gian Genta – Comportamento
Non c’è di peggio che inveire contro i lamenti di un infelice.
Non c’è di peggio che inveire contro i lamenti di un infelice.
La Via del cuore è l’imperturbabile sentiero della nostra esistenza.Non vi è fonte di saggezza più grande per noi uomini vagabondi.
Nella vita c’è chi sceglie di essere onesto e leale, per poi ritrovarsi suo malgrado a combattere contro gli infami; chi invece decide di essere un infame, prima o poi si troverà a render conto alla propria vita, ma soprattutto a coloro che ne hanno subìto il comportamento.
A parole sono tutti grandi, ma in realtà a “fatti” sono pochissimi ad esserlo.
Vorrei ricaricare l’orologio dell’eternità per ritagliarmi addosso miniature di felicità. Riflessi di fanciullezza, infranti dal passare del tempo, solcano il mio vivere tra squarci di lacrime e rattoppi di serenità. Misterioso è il mio destino che mi spinge in un flusso di infinite emozioni, mi sballotta o mi culla verso un viaggio ignoto, unico e lascio dietro di me una trama sottile ma indelebile, di vissuto, tracce di un passaggio che a volte appare inesistente. Imbriglio fantasie e mi ubriaco di nulla per lasciarmi trasportare verso nuove dimensioni: il cuore accoglie, ma la mente rifiuta spiccioli d’immaginario. Un giorno dopo l’altro ho consumato tutti i miei passi, tracciando nuove forme, modellando l’avvenire, quando farò un viaggio dentro me stessa? Com’è precaria la felicità, lascio infiacchire la vita nel vuoto aspettando che la quiete della sera varchi soglie provvisorie allettanti di illusioni. Uno slancio vitale filtra i miei pensieri, memorie, sogni, rabbia fluiscono sotto i colpi della realtà. È il momento del ritorno alla base.
L’importante è non diventare mai l’ombra di sé stessi.
La libertà non è che una possibilità di essere migliori, mentre la schiavitù è certezza di essere peggiori.