Gigliola Perin – Frasi d’Amore
Lento è l’amore per te che si apostrofa d’insolite paure, urla silenziose in un mare d’emozioni, il volerti eppur non averti, amarti senza riuscire ad accarezzati.
Lento è l’amore per te che si apostrofa d’insolite paure, urla silenziose in un mare d’emozioni, il volerti eppur non averti, amarti senza riuscire ad accarezzati.
Il mio cuore ha scelto di seguirti; Io di ascoltarlo.
La passione dovrebbe credersi irresisitibile. Dovrebbe dimenticare ogni rispetto delle convenienze, ogni riguardo, e tutti…
La tua pelle profuma di antica tenerezza, la tua voce è il respiro di Dio.
Io sono il pagliaccio del mondo, sono il poeta innamorato, sono la metà mancante della…
E ti cerco in un ricordo,e ti cerco nel gusto di un sapore mai dimenticato,e…
Noi conosciamo la Verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. In quest’ultimo modo conosciamo i princípi primi; e invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d’impugnare la certezza. I pirroniani, che non mirano ad altro, vi si adoperano inutilmente. Noi, pur essendo incapaci di darne giustificazione razionale, sappiamo di non sognare; e quell’incapacità serve solo a dimostrare la debolezza della nostra ragione, e non come essi pretendono, l’incertezza di tutte le nostre conoscenze. Infatti, la cognizione dei primi princípi – come l’esistenza dello spazio, del tempo, del movimento, dei numeri -, è altrettanto salda di qualsiasi di quelle procurateci dal ragionamento. E su queste conoscenze del cuore e dell’istinto deve appoggiarsi la ragione, e fondarvi tutta la sua attività discorsiva. (Il cuore sente che lo spazio ha tre dimensioni e che i numeri sono infiniti; e la ragione poi dimostra che non ci sono due numeri quadrati l’uno dei quali sia doppio dell’altro. I princípi si sentono, le proposizioni si dimostrano, e il tutto con certezza, sebbene per differenti vie). Ed è altrettanto inutile e ridicolo che la ragione domandi al cuore prove dei suoi primi princípi, per darvi il proprio consenso, quanto sarebbe ridicolo che il cuore chiedesse alla ragione un sentimento di tutte le proposizioni che essa dimostra, per indursi ad accettarle.