Gigliola Perin – Stati d’Animo
Ero un pentagramma bianco, con note che stonavano.
Ero un pentagramma bianco, con note che stonavano.
Deluso per il tuo essere sempre così orgogliosa e per non capire che a volte basta fare un mezzo passo indietro per avere ciò che non si ha. Quello che cerci è molto vicino a te. Cerca bene nel tuo presente, hai il futuro nelle tue mani.
Vorrei donarti una rosa senza spine, un cielo senza nubi, un mare senza onde, tenerti adagiata tra le palme delle mie mani, così che il soffio del vento non ti travolga, vorrei stringerti per intessermi di te, ma ti soffocherei e diventeresti solo l’altra parte di me.
Avete presente quando una storia finisce? In certi istanti c’illudiamo di abbandonare il ricordo, ma durante qualche notte insonne lo rievochiamo per scuotere il cuore inerme e l’anima persa.
Potranno passare anni, il tuo ricordo è qui accanto al mio cuore, il sorriso che sempre avevi al mattino, quella voglia di vivere e l’allegria che sempre portavi quando entravi in una stanza. Non ho capito allora il perché abbia voluto proprio te e non lo comprendo ora, ma so amica mia che un giorno e forse non tanto lontano quella strada che il destino ha diviso si incrocerà di nuovo e sarai lì, pronta ad abbracciarmi ed ascoltare cos’è stata la vita senza di te.
Mancanza. Una malattia che solo le tue labbra posson guarire.
L’ossessione è una belva impaurita rintanata nella mente, terrorizzata dal divenire preda della ragione. Più proverai a stanarla, più scaverà nell’irrazionale, nel buio del nonsenso. Solo la quiete degli eventi la indurrà a mettere il muso alla luce del senno, tornando a correre, libera, selvatica, non addomesticabile.