Gino Strada – Guerra & Pace
Io non credo nella guerra come strumento. C’è un dato inoppugnabile: che la guerra è uno strumento ma non funziona, semplicemente non funziona.
Io non credo nella guerra come strumento. C’è un dato inoppugnabile: che la guerra è uno strumento ma non funziona, semplicemente non funziona.
Signore, tu che sei il padre del mondo stringi a te questi figli, scordati dalla distratta umanità.
Fare la guerra in nome della pace è come fare sesso in nome della verginità.
Chi vuol vivere in pace vede, soffre e tace con pazienza.
Lui si aspettava che combattessi ancora ma io non potevo più, avevo combattuto con tutte le mie forze ero piena di cicatrici e di ferite ancora sanguinanti, ma non si può nulla contro l’orgoglio neanche l’amore vince.
Quando i fucili cominciano a fare fuoco e gli uomini a morire La Dea della battaglia ride o sospira?
Amo il futuro, perché è limpido, un foglio bianco su cui planare. Lo amo in anticipo, come una promessa, come un neonato che attende di fare la sua comparsa nel mondo. E lo sento questo futuro, e non mi spaventa, anche se ogni passo ci conduce sempre più paradossalmente verso la morte. Ma ci chiede sommesso di liberarlo di tutto il peso che si porterà addosso, asportare l’enorme neo fiorito nel concepimento, ingrossato da retaggi e cammini distorti del passato, gonfio di anni e di sbagli dell’uomo. Lasciamolo in pace questo futuro, lasciamolo respirare, libero, magari inconcludente, ma offriamogli il sacrosanto diritto di essere staccato dalle corde, quelle logore, insensate corde, intrecciate dall’umana stupidità, pronte a legarlo, a strozzarlo ancor prima del suo tempo.