Giorgio De Luca – Comportamento
È proprio vero che bisogna essere intelligenti per raccontare bene una bugia?
È proprio vero che bisogna essere intelligenti per raccontare bene una bugia?
Spesso, rendere nude e visibili, verità nel tempo nascoste, è vento per l’ignoranza che gonfia ardita le vele, in qualsivoglia pensiero, anche quello più scuro, più nero che non si vorrebbe sentire, offrendo alla saggezza, motivo per inveire perché vuol tutto, tacere.
Mi lascio accarezzare il viso dal vento della libertà.
Chi vuole imparare ad abbaiare segua i dibattiti dei nostri politici.
Non sopporto chi fa del qualunquismo una forma di vita, chi troppo spesso dice: “te l’avevo detto”, chi crede in Dio e poco in se stesso, chi “ama” per non restare solo, chi guarda in casa d’altri e non vede un palmo dal suo naso, chi fa la morale e non si guarda allo specchio, chi aspetta la notte per avere consigli e si alza ancora più depresso… non sopporto chi non sopporta, per questo sono in conflitto con me stesso.
La giusta dignità è andarsene via prima che ci venga chiesto di farlo.
Lo urliamo spesso di esser gli uni diversi dagli altri, forse per rassicurarci, forse solo per quello. Eppure minuscoli dettagli parlano per noi, rendendoci simili. Le nostre fragilità, le attese davanti ad un messaggio inviato, i sospiri dietro lunghi silenzi, anime rosicchiate come unghie. Tutte alla ricerca di qualcosa di vero, profondo, “adatto” a noi. Il bello è che poi la maggior parte lo cerca “altrove”.