Giorgio De Luca – Vita
Non sapremo mai quale vestito indosserà il nostro ultimo tramonto.
Non sapremo mai quale vestito indosserà il nostro ultimo tramonto.
E alla fine non ci saranno ne vincitori ne vinti, ma solo tu a giudicare se la tua vita è stato un successo o un fiasco totale.
Sono fin troppo consapevole che si vive in un’epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso.
Siamo gente che ha sbalzi d’umore molti simili al tempo, tumultuosi come il vento, improvvisi come un lampo, diventiamo pioggia che non lascia scampo, temporali d’agosto pronti a fare un danno, ma ecco che arriva il sole e tutto torna calmo, solo una goccia distratta resta lì impermeabile a tutto, sarà il nostro ricordo.
Perché influenzare un individuo vuol dire trasfondergli la propria anima. Egli non pensa pensieri naturalmente suoi, e non arde delle proprie naturali passioni. Le sue virtù non sono una realtà, e i suoi peccati, ammesso che i peccati esistano, sono presi a prestito. Diventa l’eco della musica di qualcun altro, l’attore di una parte che non fu scritta per lui. Lo scopo della vita è lo sviluppo del proprio io. Il completo sviluppo di se stessi – ecco la ragione d’essere di ognuno di noi. Gli uomini oggi hanno paura di se stessi. Hanno dimenticato i doveri più sacri; quelli che si hanno verso di sé. Sono caritatevoli. Nutrono chi ha fame, e vestono chi è nudo. Ma il loro spirito è affamato e ignudo. La nostra razza non ha più coraggio. Forse in fondo non ne ha mai avuto. Il terrore della società, che è la base della morale; il terrore di Dio, che è il segreto della religione: questi sono i sentimenti che ci dominano. Eppure io credo che se un uomo dovesse vivere la vita pienamente e completamente, desse forma a ogni sentimento, espressione a ogni pensiero, realtà a ogni sogno, credo che il mondo si rinsanguerebbe di un così puro fiotto di gioia, che dimenticheremmo tutte le malattie del medievalesimo, e torneremmo all’ideale ellenico – e forse a qualche cosa di migliore e di più ricco dell’ideale ellenico. Ma anche il più coraggioso di noi ha paura di se stesso. Le automutilazioni del selvaggio si ritrovano tragicamente nella autorepressione che martirizza la nostra vita. Siamo puniti per quello che rifiutiamo a noi stessi. Ogni impulso che tentiamo di soffocare, germoglia nella mente, e ci intossica. Il corpo pecca una volta, ed il peccato è finito, perché l’azione è un modo di purificazione. Non rimane che il ricordo del piacere, o la voluttà di un rimpianto. L’unico modo di liberarsi da una tentazione è cederle. Resistete, e vedrete la vostra anima intristire nel desiderio di ciò che s’è inibito, di ciò che le sue leggi mostruose hanno reso mostruoso e illegale. Dicono che i grandi eventi dell’umanità si svolgono nello spirito. Ed è nello spirito, solo nello spirito, che si commettono i grandi peccati dell’umanità.
Abbiamo tutti una data di fabbrica e una di scadenza, ma nel frattempo cerchiamo di non essere già avariati, profumiamo di vita.
La vita è come l’acqua: c’è sempre, solo in forme diverse.