Giorgio Faletti – Libri
– Che stai facendo soldato?- Quello che mi hai insegnato, Signore. Io uccido…
– Che stai facendo soldato?- Quello che mi hai insegnato, Signore. Io uccido…
Io credo alla gente che legge, e vive i suoi libri. Perché se non hai vissuto mille vite non ti potrò credere quando racconterai la tua. Non ti crederò quando mi dirai che mi capisci. Se hai vissuto mille vite, allora potrai avvicinarti alla mia e lì ti crederò. Ti crederò quando dirai che sai cosa provo, che mi puoi dare un consiglio. Ti crederò perché assaporerò le virgole e le pause anche nei tuoi discorsi orali, sarai credibile; come un libro. Un libro bello, pregno, denso di parole, di emozioni. Ti crederò perché non è l’ambientazione che dev’essere reale, ma la storia. Come un libro fantasy potrà essere sempre più credibile di uno storico, io crederò a te quando parlerai come un libro. Perché sentirò le tue mille vite, vivrò i tuoi dolori, mi avvicinerò alle tue passioni, capterò il senso delle tue parole, vedrò i visi dei tuoi amici e dei tuoi amori, darò una forma agli episodi, entrerò nella tua storia. E ti crederò.
Non ricordo l’amore che se n’è andato con lei, ma solo il vuoto che mi ha raggiunto senza di lei.
Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare un intera via crucis con una semplice stretta di mano o una visita ad un museo e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi e miliardi di parole d’amore.
L’ossessione del suicidio è propria di colui che non può né vivere né morire, e la cui attenzione non si allontana mai da questa duplice impossibilità.
Si potrebbe scrivere un libro sull’ingiustizia dei giusti.
I più grandi autori del nostro tempo non hanno mai scritto una riga.