Giovanni Govoni – Frasi sulla Natura
Gli alberi mimano quello che il vento non riesce a spiegare.
Gli alberi mimano quello che il vento non riesce a spiegare.
Sei tu che imbrigli il vento, fendi l’onda e domi la tempesta.
Esistono tre tipi di fuoco, in natura. Il rosso fuoco che riduce in cenere, quello azzurro relativamente innocuo del fuoco di plasma, e quello devastante, terribile, pericoloso se usato male, del fuoco dello spirito, che la materia ha nella sua luce come energia, e che alla morte rilascia nella realtà circostante trasformandosi negli Elementi. Una energia simile, se troppa, mette la vita in discussione… indipendentemente dallo splendore che si ottiene come maschera, dai simulacri che si usano, depredandoli, per vivere a lungo, al riparo dal proprio male, dalla mortalità, che comunque restano, perché avere non è essere. Perciò la salvezza stava nella vita e non nella morte. E che speranza si può mai avere, se addirittura chi insegna la saggezza e la vita è il primo a negarle per interessi discutibili e irresponsabili.
Ci dicono che siamo liberi, solo perché abbiamo potuto scegliere in quale gabbia stare.
I primi fiorellini, l’aria ancora fredda, ogni tanto qualche fiocco che svolazza e un capriccioso cielo di primavera che nasconde il tiepido sole. Poi sboccerà l’estate, accompagnata dal giallo, dal verde e dal rosso, dal canto, dal sibilo, dal tiepido vento, dal pascolo, dal profumo e dall’odore e noi qui che aspettiamo che il tempo che passa ci regali emozioni, dimenticandoci che la montagna è ogni giorno emozione, una scoperta, dolce incanto di vita, ingenuo sospiro di bellezza infinita.
Oggi in giardino c’è festa, cinguettano gli uccellini, volano qua e là, senza una direzione. Si rincorrono, salgono e poi scendono, allegri chiacchiericci come tumultuosa scolaresca il primo giorno di scuola. Quante cose dell’inverno avranno da raccontarsi, chissà. I primi germogli dei narcisi, i fiori bianchi e rosa del pesco, i primi getti del giglio, fiori selvatici spontanei sconosciuti che timidamente si affacciano miracolo della natura finora sonnecchiante e assente. Poi boom, un esplodere a “nuova vita”. Ammirata penso. Ecco, forse accade così anche agli esseri umani quando, per la troppa sofferenza, subiscono una sorta di trauma. Inconsapevolmente forse si appartano, si chiudono, entrano in un mondo tutto loro fatto di silenzi e di ricordi che pungono. Si sentono abbattuti, quasi sconfitti e restano lì, inermi con l’inverno nel cuore, cadono in un simbolico letargo, esattamente come in inverno la natura: vivi sì, ma dormienti in attesa di qualcosa, di un pungolo, della primavera forse, la primavera come sorta di rinnovamento, di nuova vita, di risveglio, di rinascita, la primavera come stagione di nuovi colori nuovi profumi nuovi sproni. La tanto attesa primavera nel cuore.
Guardi i paesaggi, il cielo, il mare…ti piacciono… a volte preghi per loro…ma non ti accorgi che la natura va amata veramente.