Giovanni Sormani – Vita
Non sono morto. Almeno così dice il medico legale che mi sta facendo l’autopsia.
Non sono morto. Almeno così dice il medico legale che mi sta facendo l’autopsia.
La libertà individuale dovrebbe ispirare la condotta di ogni individuo. Troppo spesso ci nascondiamo in contesti e comportamenti auto limitanti, come una foto che non ci rende giustizia.
Ho dovuto inventare luoghi che non esistono per poter sperare in un posto per me, ci vivo dalla sera al mattino, se riesco a dormire.
Perché, a volere essere realisti, da cosa dipende il corso degli eventi se non dal caso? Nel turbinio della vita quotidiana il granello di sabbia è l’ago della bilancia. Un chiodino rotola sulla carreggiata. Nostro padre lo pesta con lo pneumatico mentre si reca alla stazione e, dovendo cambiare la gomma, perde il treno. Prende quello seguente e si siede in uno scompartimento.”Biglietto, prego”, dice il controllore. Accidenti, papà ha dimenticato di obliterare il suo. Per fortuna il capotreno è di buon umore e lo invita a sedersi in prima classe, dove sono rimasti dei posti liberi.E in prima classe nostro padre incontra nostra madre.Sorrisi, battute, chiacchiere, allusioni. Nove mesi dopo, eccoci al mondo. Da quel momento in poi, tutto ciò che viviamo nel nostro passaggio su questa terra non sarebbe mai esistito se, quella mattina un chiodo di tre centimetri arrugginito non si fosse trovato in quel posto per puro caso.
Alcuni “ottusi ottimisti” ci danno un numero elevato di possibilità per rimediare ai torti fatti.
La nostra vita è quella che la nostra mente crea giorno dopo giorno, e noi siamo lo specchio di quei pensieri.
Non posso perderti perché non posso dimenticarti.