Giulio Pintus – Filosofia
Il dolore nasce nell’ignoranza dell’impermanenza, l’ignoranza che tutto è impermanente, il desiderio di possesso ne è il frutto. Il fluire dell’esistenza, dell’universo, non può sottrarmi alcunché, se non lo posseggo.
Il dolore nasce nell’ignoranza dell’impermanenza, l’ignoranza che tutto è impermanente, il desiderio di possesso ne è il frutto. Il fluire dell’esistenza, dell’universo, non può sottrarmi alcunché, se non lo posseggo.
Se nel mondo ci fossero più artisti e meno matematici, potremmo contare sui colori anziché i soldi, per essere felici.
A volte anche i silenzi parlano.
Non nella conoscenza è la felicità, ma nell’acquisizione della conoscenza.
Meglio gustare la salita e assaporare il cammino piuttosto che ritrovarsi in vetta insieme ad un’illusione.
Non si può dire che l’universo sia finito o infinito, così come, non si può dire che siano finite o infinite le combinazioni musicali delle ottantotto note di un piano forte.
Il grande problema della società di massa è di aver ammassato tutti gli esseri umani come libri in una grande libreria, divisi per genere, e se si è libri originali ce ne saranno tante copie altrimenti uno dei tanti libri sconosciuti.