Giulio Pintus – Ricchezza & Povertà
Nessuna faretra vuota torna utile all’arciere, tranne quella del bene svuotatasi per giusti motivi.
Nessuna faretra vuota torna utile all’arciere, tranne quella del bene svuotatasi per giusti motivi.
Quando un uomo ti racconta di essere diventato ricco grazie al duro lavoro, chiedigli: “Di chi?”.
Caso Marò. Gli italiani fanno gli indiani.
La ricchezza del povero sta nel non avere niente da nascondere.
Ci offende meno il disprezzo degli sciocchi, che il saperci mediocremente stimati dalle persone d’ingegno.
Anche questo lo capisco. Io e milioni di uomini ricchi e poveri, sapienti e ignoranti, nel passato come nel presente, siamo d’accordo nel pensare che bisogna vivere per il bene. La sola conoscenza chiara, assoluta che possediamo è questa, e non si può spiegare con la ragione: è al di fuori della ragione e non ha nessuna causa e non può avere nessun effetto. Se ha una causa, il bene non è più bene, e se ha un effetto (la ricompensa) egualmente non è più bene. Perciò il bene è oltre la catena delle cause e degli effetti.
Retribuita mortificazione quotidiana conseguente a prestazioni fisiche ed intellettive monotone e ripetitive, studiate, sembrerebbe, con il preciso scopo di limitare e ridurre la creatività e le doti dell’essere umano e per indurlo a credere, grazie alle ombre della crisi economica, d’essere fortunato.