Giuseppe Cepparulo – Sorriso
Quanta tristezza si cela talvolta dietro un sorriso.
Quanta tristezza si cela talvolta dietro un sorriso.
Non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un sorriso.
Per corrugare la fronte si mettono in movimento ben sessantacinque muscoli. Per sorridere solo diciannove. Allora, almeno per economia, sorridi!
Il sorriso viene dalle cose semplici. Dai ricordi, per esempio. Dal pane e marmellata della merenda da bambini. Dal gessetto che tracciava un percorso “saltellante” sull’asfalto, dai cartoni di Heidi, dalle filastrocche un po’ stonate. Dall’esserci salvati dalla punizione di andare dietro la lavagna, con la faccia rivolta verso il muro. Un sorriso macchiato di Nutella o della mamma che ci abbraccia per un bel voto. Dei cavalli a dondolo e della piscina di Barbie. Della Befana cui fingevamo di credere, sapendo benissimo che era la mamma a suonare il campanello. Il sorriso del pane e pomodoro fresco quando ti fermavi per un giorno intero sulla riva del male, della sabbia dentro al costume che prendeva vita propria e si muoveva. Il sorriso di te che disegnavi su fogli bianchi un mondo e avevi il coraggio e l’ardire, come tutti i bimbi, di dar vita a bambole e sogni. Il coraggio di alzarsi pimpanti dal letto alla domenica mattina. Il sorriso dei ricordi; Il sorriso nostalgico di alcuni profumi.
Si sforzava di essere il sorriso di quelli che piangono.
Quando una persona è felice lo si legge dal sorriso dei suoi occhi.
Tutto ciò che mi fa stare bene: un tramonto, un sorriso, una mano tesa, un bacio, un gatto che fa le fusa.