Giuseppe Contartese – Tristezza
Alcuni sostengono che il dolore abbia una qualche funzione pedagogica, io credo che molto spesso ci aiuti a pregare ma ancora più spesso ci spinge a bestemmiare.
Alcuni sostengono che il dolore abbia una qualche funzione pedagogica, io credo che molto spesso ci aiuti a pregare ma ancora più spesso ci spinge a bestemmiare.
La tristezza è una spina nel cuore che va tolta da soli: senza l’aiuto di nessuno. A volte, però, fa davvero male.
La sofferenza crea l’arte quando a soffrire è l’artista.
“Ti amo” cinque lettere, quante volte l’abbiamo detto senza pensare quanto sono pesanti e piene di significato, queste cinque lettere. Quanto ci impegniamo a rispettare queste cinque lettere! Basta togliere una lettera e si sfalda tutto (cosa importa se i figli soffrono, l’importante che “io” stia bene con il/la nuovo/a compagno/a, la colpa “è sempre” dell’altro! Ma io cosa ho fatto per evitare tutto questo?)
Sei tua permettere di vivere l’attimo seguentea scrivere delle pagine di un inchiostro sporco ma indelebilea stringermi in una morsa calda e quasi soffocantea darmi un’ottima maschera da eroeSei tua farmi sentire più vivo degli altria spaccare il mondo dall’alba al tramontoa vendermi che tanto mi costa e che qualcosa mi dàa non pensare me con un cuore di ghiaccioa dividere il sangue e l’angoscia di giorni difficili fino a morireSei Te che voglio perché ci sei sempre stata,cara solitudine.
Sono i pensieri della notte che ti lasciano ferite dentro, sono i pensieri della notte che ti scavano nel cuore senza pietà.
Lacrime. Schegge impazzite dell’anima nel ricordo di un tempo mai dimenticato.