Giuseppe Contartese – Vita
La pazzia è ciò che rende unici, la normalità invece rende comuni.
La pazzia è ciò che rende unici, la normalità invece rende comuni.
Tutti i bambini sanno giocare, ma quando diventano grandi se lo dimenticano.
Dobbiamo renderci conto che la vita che stiamo vivendo, e che in parte vogliono farci vivere, è una delle infinite vie che possiamo intraprendere in questa unica vita e non dovremmo accettarla o viverla passivamente, ma provare e riprovare sino a trovare ciò che realmente siamo.
Ciò che viene definito “il meglio della vita” cambia in base ad ogni persona, al momento, alla sua collocazione geografica, alla cultura, al tenore di vita, all’infanzia. Il meglio della vita di ciascuno potrebbe dunque corrispondere ad una casa, un giocattolo, un violino, del cibo, una coperta, un sorriso, una maglia, un libro, una birra, una gara, un palcoscenico, un po’ d’acqua, una canzone, tu, una scusa, un ricordo, l’amore. Nel meglio della vita c’è proprio tutto. Se vogliamo nuotare tra i sogni altrui dobbiamo prima imparare a valorizzare qualsiasi cosa.
Le persone vere fregano alla grande ogni emozione della vita. Vittime lo sono quasi mai, perché chi respira dolore e vita non lo è tranne che di se stesso, ma resta assoluto e vero. Alla faccia di chi campa con ciò che non esiste e indossa un’opera di un quadro che non è stato dipinto mai.
La perdita è sorella della mancanza; l’individuo nasce strutturalmente con una mancanza primordiale e le esperienze di perdita non sono altro che un reiterare l’essenza originaria che ci appartiene da sempre.
Non sono mai invecchiato, ho conosciuto solamente giovinezze successive.