Giuseppe Montanarella – Frasi Sagge
Per guardare oltre non serve allungare il collo, basta aprire la mente.
Per guardare oltre non serve allungare il collo, basta aprire la mente.
Un uomo molto famoso, è un grande imbecille al tempo stesso, cose che a quanto pare si accompagnano perfettamente, tanto che mi capiterà senz’altro più di una volta l’amaro piacere di dimostrarlo.
Tutto s’impara, anche la virtù.
Kroan dice: la razza umana è altrettanto complessa per quanto sia molto involuta sotto altri aspetti. Più diventa coplesso mentalmente creando un veloce progresso scientifico e tecnologico lasciando dietro di se sporcizia e distruzione, più perde la sua origine spirituale! E allora che fa? Cerca nuovi sistemi mentali e elucubrativi per tornare a “se”! Tutto ciò è alquanto strano! L'”origine” non si mostra a chi usa la mente pensante e conflittuale! La stessa è come un vortice, più la si usa e più ci si allontana dal centro.
L’azione dovrebbe culminare in saggezza.
È sempre sconveniente entrare nella testa della gente.
Per molto tempo crediamo di conoscere la natura dei nostri desideri, delle nostre inclinazioni e dei nostri stati d’animo. Ma poi arriva un attimo in cui un’esplosione assordante ci avverte che viviamo in luoghi diversi da quelli in cui vorremmo vivere, che non ci occupiamo delle cose per cui abbiamo attitudine, che cerchiamo i favori o suscitiamo la collera di persone con cui non abbiamo nulla in comune, mentre ci manteniamo distanti, sordi e indifferenti nei confronti delle persone di cui proviamo nostalgia e a cui siamo legati da un vincolo profondo. Chi non presta ascolto a un tale avvertimento rischia di vivere una vita goffa e dimezzata, senza mai essere veramente se stesso. Non è un sogno, e neanche un “sogno a occhi aperti”: è uno strano, rapinoso stato d’animo quello che ci rivela quali siano i nostri compiti, i nostri obblighi e il nostro destino, e che cosa, nella nostra vita, appartenga esclusivamente a noi; questi istanti ci mostrano ciò che vi è di personale nella nostra esistenza, quello che entro i limiti angusti della condizione umana costituisce l’essenza specifica dell’individualità. In tali momenti non mi sono mai attardato a riflettere, ho sempre obbedito al segnale senza la minima esitazione, con la placidità di un sonnambulo.
Un uomo molto famoso, è un grande imbecille al tempo stesso, cose che a quanto pare si accompagnano perfettamente, tanto che mi capiterà senz’altro più di una volta l’amaro piacere di dimostrarlo.
Tutto s’impara, anche la virtù.
Kroan dice: la razza umana è altrettanto complessa per quanto sia molto involuta sotto altri aspetti. Più diventa coplesso mentalmente creando un veloce progresso scientifico e tecnologico lasciando dietro di se sporcizia e distruzione, più perde la sua origine spirituale! E allora che fa? Cerca nuovi sistemi mentali e elucubrativi per tornare a “se”! Tutto ciò è alquanto strano! L'”origine” non si mostra a chi usa la mente pensante e conflittuale! La stessa è come un vortice, più la si usa e più ci si allontana dal centro.
L’azione dovrebbe culminare in saggezza.
È sempre sconveniente entrare nella testa della gente.
Per molto tempo crediamo di conoscere la natura dei nostri desideri, delle nostre inclinazioni e dei nostri stati d’animo. Ma poi arriva un attimo in cui un’esplosione assordante ci avverte che viviamo in luoghi diversi da quelli in cui vorremmo vivere, che non ci occupiamo delle cose per cui abbiamo attitudine, che cerchiamo i favori o suscitiamo la collera di persone con cui non abbiamo nulla in comune, mentre ci manteniamo distanti, sordi e indifferenti nei confronti delle persone di cui proviamo nostalgia e a cui siamo legati da un vincolo profondo. Chi non presta ascolto a un tale avvertimento rischia di vivere una vita goffa e dimezzata, senza mai essere veramente se stesso. Non è un sogno, e neanche un “sogno a occhi aperti”: è uno strano, rapinoso stato d’animo quello che ci rivela quali siano i nostri compiti, i nostri obblighi e il nostro destino, e che cosa, nella nostra vita, appartenga esclusivamente a noi; questi istanti ci mostrano ciò che vi è di personale nella nostra esistenza, quello che entro i limiti angusti della condizione umana costituisce l’essenza specifica dell’individualità. In tali momenti non mi sono mai attardato a riflettere, ho sempre obbedito al segnale senza la minima esitazione, con la placidità di un sonnambulo.
Un uomo molto famoso, è un grande imbecille al tempo stesso, cose che a quanto pare si accompagnano perfettamente, tanto che mi capiterà senz’altro più di una volta l’amaro piacere di dimostrarlo.
Tutto s’impara, anche la virtù.
Kroan dice: la razza umana è altrettanto complessa per quanto sia molto involuta sotto altri aspetti. Più diventa coplesso mentalmente creando un veloce progresso scientifico e tecnologico lasciando dietro di se sporcizia e distruzione, più perde la sua origine spirituale! E allora che fa? Cerca nuovi sistemi mentali e elucubrativi per tornare a “se”! Tutto ciò è alquanto strano! L'”origine” non si mostra a chi usa la mente pensante e conflittuale! La stessa è come un vortice, più la si usa e più ci si allontana dal centro.
L’azione dovrebbe culminare in saggezza.
È sempre sconveniente entrare nella testa della gente.
Per molto tempo crediamo di conoscere la natura dei nostri desideri, delle nostre inclinazioni e dei nostri stati d’animo. Ma poi arriva un attimo in cui un’esplosione assordante ci avverte che viviamo in luoghi diversi da quelli in cui vorremmo vivere, che non ci occupiamo delle cose per cui abbiamo attitudine, che cerchiamo i favori o suscitiamo la collera di persone con cui non abbiamo nulla in comune, mentre ci manteniamo distanti, sordi e indifferenti nei confronti delle persone di cui proviamo nostalgia e a cui siamo legati da un vincolo profondo. Chi non presta ascolto a un tale avvertimento rischia di vivere una vita goffa e dimezzata, senza mai essere veramente se stesso. Non è un sogno, e neanche un “sogno a occhi aperti”: è uno strano, rapinoso stato d’animo quello che ci rivela quali siano i nostri compiti, i nostri obblighi e il nostro destino, e che cosa, nella nostra vita, appartenga esclusivamente a noi; questi istanti ci mostrano ciò che vi è di personale nella nostra esistenza, quello che entro i limiti angusti della condizione umana costituisce l’essenza specifica dell’individualità. In tali momenti non mi sono mai attardato a riflettere, ho sempre obbedito al segnale senza la minima esitazione, con la placidità di un sonnambulo.