Giuseppe Nazareno Caruso – Sport
C’è chi piange per un pallone, c’è chi piange per una donna e c’è chi piange per entrambi.
C’è chi piange per un pallone, c’è chi piange per una donna e c’è chi piange per entrambi.
Quando Dio vuole palla entra in rete.
Preferisco pagare un uomo per “calciare” un pallone, piuttosto che pagarne un altro per “falciare” un uomo.
Perché innamorarsi? Stai male, non ti fa dormire, ti rende insicuro e non è quasi mai reciproco. Eppure, la speranza che sia la volta giusta spinge a rischiare, si, la speranza, direi più una droga che un sentimento. Ma come disse Che Guevara una volta “e se vale la pena rischiare, io mi gioco anche l’ultimo frammento di cuore.” Ed io non smetterò mai di mettermi in gioco. Mai!
Prima del Mondiale entrai in una chiesa per parlare con Dio. Mi ha chiesto: cosa vuoi, Bora?, e ho risposto: segnare come la Francia!. e Dio mantenne la parola. Francia e Cina furono in questo Mondiale, le uniche due squadre che non segnarono gol. Certo che io mi riferivo a realizzare come la Francia fece 1998.
Sapete già il mio punto di vista su questo mondiale, il calcio è l’illusione del popolo, una distrazione di massa per di più uno sport giocato con i piedi dove si può fare a meno del cervello non può che deludere la maggioranza delle persone, per arricchire un piccolo gruppo!
Il calcio è un castello le cui fondamenta sono le bugie. Io dico pane al pane e brocco al brocco e passo per un tipo bizzarro. Tutti gli altri, dal mago Helenio al mago di Turi passando per l’asceta Heriberto, sono tipi regolari.