Antonio Cuomo – Guerra & Pace
La pace è un intreccio amorevole di diverse culture che rende profumo al mondo.
La pace è un intreccio amorevole di diverse culture che rende profumo al mondo.
Non esiste cosa peggiore di una donna che brama vendetta.
Troverò pace solo quando sarà guerra aperta.
Il gioco dei potenti del mondo gira come una trottola e quando si ferma la fanno ripartire: crisi – guerra – ripresa. Tutto questo per il loro piacere. La crisi gira e serve per impoverire le persone che chiedono prestiti alle banche che intanto ci guadagnano e fanno arricchire anche i salvadanai dei potenti, che rubano dalle borse per giocare in borsa; ma questi potenti non sono mai contenti e così devono distrarre i popoli dichiarando un giro di guerra, in cui però non combattono loro personalmente ma mandano uomini, e purtroppo ora anche donne, che credono di combattere e morire per delle giuste cause e per quelle che vengono chiamate missioni di pace; si certo… con le armi? Intanto i potenti del mondo guardano ciò che accade comodamente seduti sui loro lati migliori, finché una mattina non si alzano col piede giusto e la coscienza che gli fa male; così decidono di mettere in pausa il loro gioco per un giro di ripresa. Ma è dal cielo che arriverà la pace.
La pace è osservare un gatto che dorme sulla cenere e immaginare cosa vedono sotto le palpebre i suoi occhi.
Combatterò sempre nella vita per trovare quel senso di pace così necessario al mio benessere.
Quello che mi chiedo è: è la guerra che spinge l’uomo a progredire, o è il progresso che spinger l’essere umano a farsi guerra?
Ci sono tre tipi di battaglie: quelle che si possono vincere, o perdere, quelle perse in partenza, quelle che non si vogliono vincere.
È certo condivisibile il no alla guerra, alle armi, ma se io non voglio la guerra ma la vuole il mio confinante come la mettiamo?
Quando sul pianeta Terra non ci saranno più conflitti e guerre tra i popoli, può significare soltanto una cosa: il genere umano ha fatto la fine dei dinosauri.
È il corso naturale della vita “ferire e ferirsi”. Piangere e far piangere. Deludere e deludersi. È la vita che ci fa da maestra e interprete di tutto quello che ci capita. Dall’esperienza del vissuto nel bene o nel male c’è sempre qualcosa che c’insegna. Da ogni dolore, da ogni delusione, da ogni ferita; impariamo, maturiamo e prendiamo atto del valore dell’esistenza, del valore della felicità, ma soprattutto impariamo che non bisogna mai arrendersi e non bisogna mai lasciare che la vita ci scivoli tra le mani senza viverla e combattere per ciò che vogliamo.
Benché le acque sembrino tranquille, è necessario imparare a navigare su acque tumultuose prima del loro avvento!
Tutto è destinato ad una morte orrenda e solitaria…ma il nostro animo è colmo di bellezza…
La vita non è un problema di colori o di razze, la vita è un viaggio a volte breve a volte lungo, è un’avventura continua, così come di continuo siamo chiamati ad inventarci ogni giorno. Quanto tempo sprechiamo nel discriminare il prossimo, se nell’istante in cui lo facciamo ci ricordassimo che abbiamo tutti bisogno l’uno degli altri, probabilmente ci verrebbe naturale stringerci la mano, il gesto più semplice e cordiale che esiste al Mondo.
La disperazione non ha colore, ne religione ne razza, la disperazione ti attanaglia, non conosce la legge, ma solo il diritto umano alla vita. E per quella vita si cerca l’impossibile trovando spesso la morte. Le coscienze vanno smosse, le prospettive a volte modificate, in quel preciso momento non prevale nulla ma solo lo sforzo per conservare la vita, che è il dono più grande che abbiamo.
L’ultimo “caso Siria-Stati Uniti” mi fa pensare una sola cosa e cioè che gli americani possiedono moltissime armi con una data di scadenza.
La dannazione di questo mondo è che ci sono troppe dita puntante, troppi nemici e troppe armi. La cura per questo mondo sarebbe trasformare tutto questo in mani tese, aiuti amici e abbracci forti.