Heinrich Heine – Vita
Non mi chiedere che cosa ho, mia cara, chiedimi che cosa sono.
Non mi chiedere che cosa ho, mia cara, chiedimi che cosa sono.
Siamo creature libere imprigionate nelle nostre paure.
I giorni son come le stelle, tutti diversi fra loro, qualcuno è più luminoso di altri, come i momenti in cui non tutto va nel verso giusto, a volte si spengono mestamente, tali appaiono le giornate drammaticamente difficili, ma ne sorgono sempre di nuove, magari migliori, infine vi sono astri che d’improvviso cadono, in una vivida scia di fuoco e giorni che in ugual modo cambiano, lasciando nei cuori la Speranza.
La vita è strana, un giorno ti senti soddisfatto, credi di essere arrivato; il giorno dopo ti ritrovi in fondo al baratro.
Pensavo che sono passati vent’anni da quando “Hanno ucciso l’uomo ragno”, in mezzo tanta vita vissuta che rifarei, cambierei, cancellerei. Amici spariti, nuovi amici arrivati, amori finiti, amori non corrisposti, illusioni, speranze, solitudine, e poi ancora in piedi e via via lungo la strada che porta alla serenità. Non mi posso lamentare, mi è andata meglio dell’uomo ragno.
E quel pizzico di pazzia e indifferenza rendevano la mia vita la migliore di tutte.
Non so quanto tempo ci sia concesso vivere, di sicuro in molti non vediamo l’ora di cominciare.