Helene Hanff – Libri
Mi piacciono moltissimo i libri usati che si aprono alla pagina che l’ignoto proprietario precedente apriva più spesso.
Mi piacciono moltissimo i libri usati che si aprono alla pagina che l’ignoto proprietario precedente apriva più spesso.
Io sono nato su questa nave. E qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta. E di desideri ce n’erano anche qui, ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità, su una tastiera che non era infinita.Io ho imparato così. La terra, quella è una nave troppo grande per me. È un viaggio troppo lungo. È una donna troppo bella. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare. Perdonatemi. Ma io non scenderò.
Eugenio capì molto presto che non serve andare da nessuna parte se non verso l’io, all’interno di se stessi, perché c’è solo questa grande Odissea che si può fare, ed è un’Odissea contro ogni viaggio, contro la vita, dentro di noi.
Non c’è notte di luna in cui negli animi malvagi le idee perverse non s’aggroviglino come nidiate di serpenti, e in cui negli animi caritatevoli non sboccino gigli di rinuncia e dedizione…
Non c’è nulla che mi faccia sentir male come la porta chiusa di una biblioteca.
I libri sono bocche da sfamare con l’inchiostro dell’anima.
A suo tempo noi morremo volentieri, sapendo che la morte, una volta o l’altra, deve pur venire; ma non vogliamo troncarci la vita ne abbandonarci alla morte prima del tempo. La vita conta per sé, non per la morte.