Henrik Ibsen – Progresso
Il progresso non è altro che brancolare da un errore all’altro.
Il progresso non è altro che brancolare da un errore all’altro.
I dolori attuali sono gli errori del passato.
Se un’idea è più moderna di un’altra è segno che non sono immortali né l’una né l’altra.
Sono un effimero e non troppo scontento cittadino di una metropoli creduta moderna perché ogni gusto conosciuto vi è eluso, sia nell’arredamento e nell’esterno delle case, sia nel disegno della città. Sono città! Gruppi di torri comunali cantano le idee dei popoli. Dai castelli d’osso esce la musica ignota. Tutte le leggende si animano e gli alci irrompono nei borghi. Il paradiso degli uragani sprofonda. I selvaggi danzano ininterrottamente la festa della notte.
L’uomo ragionevole si adatta al mondo, mentre l’uomo irragionevole cerca di adattare il mondo a se stesso: quindi, il progresso dipende dall’uomo irragionevole.
Il miglioramento dal punto di vista umano e sociale e l’apprendimento di valori sempre più rivolti al bene della comunità dovrebbero andare di pari passo con l’innovazione tecnologica.
Alla fine non ci saranno più essere umani ma solo robot.