Henry Bergson – Filosofia
Ci sono cose che soltanto l’intelligenza è capace di cercare, ma che da sola non troverà mai.
Ci sono cose che soltanto l’intelligenza è capace di cercare, ma che da sola non troverà mai.
A chi parlerò oggi? I fratelli sono malvagi. Gli amici di oggi non sanno amare. I cuori sono avidi. A chi parlerò oggi? A chi ha il volto sereno? No di solito è malvagio. Di solito è soddisfatto del male. Io sono carico di dolore perché mi manca un confidente.A chi parlerò oggi?
Come non esiste tema senza variazione o viceversa, non esiste continuità senza discontinuità, costante senza mutamento, essere senza divenire. Tuttavia l’equilibrio di questi due poli è così precario che prima o poi giungono inevitabili un cosiddetto “punto di rottura/catastrofe” e una conseguente “rottura di simmetria”. Al che irrompono pure opinioni soggettivissime e giudizi personalissimi sul valore d’attribuire a tali eventi.
Il telefono non ravvicina, anzi, conferma le distanze. Non si è in due come in una conversazione, poiché non ci si vede. E non si è nemmeno soli come davanti a un foglio di carta che permette, mentre si parla all’altro, di parlare a se stessi, di cercare e di trovare la verità.
Tutto scorre, niente sta fermo.
Non esiste la materia, il giusto o sbagliato, il bene o il male, il bianco o il nero, lo yin o lo yang, siamo entità di pura energia e ognuna vuole un posto all’interno delle piccole intelligenze che si espandono nutrendosi di esperienze per crescere sempre di più.
In filosofia si deve scendere nell’antico caos e ivi sentirsi a proprio agio.